Il Pd alla sfida comunali: "Non ci sono città perse. Alleanze e società civile per fermare la destra"

Il segretario regionale Tosiani: ci davano per estinti, invece siamo qui "Possiamo confermare Modena e Reggio e giocarcela a Ferrara e Forlì. Il terzo mandato di Bonaccini? Lui resterà in ogni caso protagonista".

Luigi Tosiani, segretario del Partito democratico dell'Emilia Romagna

Luigi Tosiani, segretario del Partito democratico dell'Emilia Romagna

Tosiani, ma Bonaccini lo merita questo terzo mandato?

"Sono passati quasi 10 anni dalla sua elezione e continua ad essere un riferimento importante, sia come governatore sia come presidente nazionale del Pd. Alle Amministrative, alle Europee, alle Regionali sarà in campo da protagonista. Indipendentemente dallo schema di gioco, si spenderà sempre per la nostra regione". Luigi Tosiani, segretario regionale del Partito democratico, non si scompone sull’ipotesi terzo mandato per Bonaccini, riprendendo il filo del discorso dove lo aveva interrotto il governatore ("Dove mi metteranno io starò", aveva detto) e blindandone l’importanza politica, anche rispetto a quel "Se mi dicessero di smettere, non ci sarebbe alcun problema" ipotizzato da Bonaccini. "Sul terzo mandato sentiamo dichiarazioni opposte nella maggioranza – incalza –. Circolano bozze di possibili decreti sui Comuni, addirittura pare che le scelte possano cambiare in base all’elezione. Dico con chiarezza che il Pd è in campo, con convinzione e umiltà, per progetti di buon-governo".

Galeazzo Bignami, viceministro ai Trasporti, ha detto che se ne "riparlerà dopo le Europee" e che Bonaccini dovrebbe pensare a "terminare le opere incompiute".

"Vorrei dire che il futuro dell’Emilia-Romagna non è una prerogativa di Bignami, ma un’esclusiva dei cittadini che sceglieranno con il voto. Dall’alluvione al definanziamento alla sanità pubblica, l’Emilia-Romagna aspetta risposte".

A proposito di governo, il dibattito è acceso.

"Prima la Finanziaria, poi la discussione sul Mes raccontano distanza tra promesse elettorali e prova di governo. Una maggioranza divisa, che non resiste alle pulsioni populiste, forte con i deboli e debole con i forti".

Il prossimo appuntamento è quello delle Amministrative. Che banco di prova sarà?

"Una tornata importantissima: al voto andranno circa 230 Comuni e cinque capoluoghi di provincia (separando Forlì e Cesena, ndr) e sono convinto che, al dispetto delle destre che cantano già vittoria, sarà il primo stop per il Governo. Siamo al lavoro per costruire proposte forti e vogliamo farlo con alleanze larghe di centrosinistra, aperti alle forze riformiste, liberali, ecologiste, ai 5Stelle. Pronti al dialogo con le tante forze civiche che alimentano il dibattito nelle comunità locali".

È questa la vera novità?

"C’è stato un salto di qualità. Oggi il civismo non è più protesta e campanile, ma nascono forze di proposta e nuovi protagonismi, sta a noi metterci in ascolto".

Sulle Primarie?

"Non credo sia lo strumento il cuore della discussione, ma il risultato. Abbiamo fatto un dibattito maturo e collegiale, anche in direzione regionale: lavoriamo per individuare i profili in grado di unire il Pd e la coalizione, e di allargare il consenso. C’è bisogno di confronto, disponibilità e senso di comunità: se le Primarie corrispondono a questa necessità, come successo a Bologna nel ‘21, diventano uno strumento positivo. Quando invece restringono il campo e dividono il Pd, lo sono molto meno. Ma sono ottimista: a prescindere dalle scelte che si faranno, arriveremo alle elezioni con unità e determinazione".

Cesena sembra abbastanza sicura, ma il Pd riuscirà a mantenere Reggio Emilia e Modena come sue ‘roccaforti’?

"Il primo biglietto da visita è il lavoro importante di questi anni. Anche nelle scelte sul futuro stiamo concretizzando proposte all’altezza delle grandi trasformazioni che hanno attraversato le due città. E siamo sicuri di offrire progetti ambiziosi per le sfide inedite di oggi".

Ferrara e Forlì, invece, sono da riconquistare…

"Un anno fa Parma e Piacenza ci hanno detto che non esistono partite già perse. Sono convinto che anche in queste sfide sapremo combattere, a partire da una nostra idea di città, in discontinuità con le amministrazioni uscenti".

Il Pd, anche a livello nazionale, da cosa riparte?

"Il 2023 è cominciato paventando un rischio di estinzione del partito, e un congresso particolarmente impegnativo. Oggi siamo pienamente in campo con una nuova centralità ed un rinnovato protagonismo: la prospettiva per il ‘24 è quella dell’alternativa, politica e sociale. Ecco perché sosteniamo il lavoro di Elly Schlein e questo sforzo comune. E possiamo già dire che il Pd regionale chiude l’anno con un segno positivo degli iscritti: un segnale di buon auspicio per il futuro".

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