Bologna, 5 ottobre 2021 - Da piazza Maggiore gremita con 'seimila sardine' (ma i dati ufficiosi parlano di numeri ben più altri, dalle 12mila alle 15mila unità) il 14 novembre del 2019, alle 2.586 preferenze conquistate alle Comunali del 3-4 ottobre 2021. L'operazione (e l'elezione in consiglio comunale) Mattia Santori è stata una vittoria per il Pd. E anche per lui, che con questo bottino di voi può aspirare a un posto nella nuova giunta Lepore. Chi è Mattia Santori? Ecco il ritratto.
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Nato nel 1987, 34 anni, Mattia Santori ha conseguito una laurea magistrale in Economia e Diritto, con una Tesi sulla Tav e sui processi partecipativi e di consenso sulla grandi opere infrastrutturali. Lavora al Rie, ente che fa ricerca per i mercati energici, e di fianco alla sua occupazione principale il ragazzo della zona stadio - dove abita la sua famiglia - ha sempre rivolto l'attenzione ai tempi della sostenibilità e della solidarietà.
E' un istruttore sportivo, che si divide ulteriormente tra l’atletica insegnata ai bambini, il frisbee agli universitari e il basket con i disabili. È presidente de 'La ricotta', associazione con la quale organizza il torneo di basket 'Gallo da tre', raccogliendo fondi per i playground della periferia bolognese e ricordando l’amico Davide Galletti, scomparso prematuramente a causa di una leucemia. Nei due anni post piazza Maggiore il movimento delle Sardine è cresciuto tanto, e Santori da ideologo riconosciuto è diventato il portavoce simbolo anche per i mass media.
A Bologna la sua attività non si è mai fermata, a volte a braccetto con il Comune - la vendita delle seimila piantine in piazza, per dirne una -, a volte con la Regione Emilia-Romagna, è il caso del confronto sul patto per il clima con la vicepresidente Elly Schlein. Dopo numerosi rumors, a metà agosto è arrivata la decisione di Santori di candidarsi a Palazzo d'Accursio e nel Pd, lo stesso partito che lui stesso aveva precedentemente definito "tossico". Ma l'obiettivo di Santori, più volte dichiarato, è dimostrare che la società civile può cambiare la politica dal suo interno, attraverso la partecipazione, e la sua elezione in Consiglio comunale è solo il primo passo di un lungo percorso per una nuova Bologna.
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