Il ministro Tajani a Bologna: “Aiutiamo le coop a crescere in tutto il mondo”

Il vicepremier e ministro degli Esteri lo ha detto nel corso dell’incontro organizzato da Confocooperative Terre d’Emilia allo spazio Mug, Magazzini Generativi

Bologna, 13 gennaio 2024 – Aiutare le cooperative a crescere nel mondo anche sostenendo l’export. E puntare sulla cooperazione internazionale, anche grazie al Piano Mattei per lo sviluppo dell’Africa. È questa la trama del progetto illustrato dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso dell’incontro ‘Cooperative nel mondo tra solidarietà e opportunità di sviluppo’ organizzato da Confocooperative Terre d’Emilia allo spazio Mug, Magazzini Generativi, a Bologna.

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Il ministro degli Esteri Antonio Tajiani a Bologna
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In sala insieme a lui c’erano anche la collega dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini e il viceministro del Made In Italy e Imprese, Valentino Valentini. A portare il punto di vista del settore - nel corso del dibattito moderato dalla direttrice di Qn, Il Resto del Carlino, La Nazione e il Giorno, Agnese Pini - ci hanno pensato Daniele Ravaglia, presidente di Confcooperative Terre d’Emilia, Gian Luca Galletti, presidente di Emil Banca, Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative. Simona Caselli, numero uno di Granlatte, Stefano Bolognesi, al vertice di Cooperativa Ceramica Imola e Raoul Mosconi, presidente di Cefa Onlus hanno invece portato le richieste di tre settori chiave.

Istanze che necessitano “una cooperativa di ministri per avere risposte congiunte”, dice sorridendo Tajani. Dalla Farnesina il sostegno al mondo cooperativo, “rete sanguigna dell’economia italiana”, è a 360 gradi, dall’appoggio alle “banche di prossimità”, agli Stati Generali dell’export delle cooperative, che potranno contare sull’aiuto delle “ambasciate italiane come strumento di promozione e di diffusione del prodotto italiano sui mercati internazionali”. Proprio replicando alla presidente di Granlatte Caselli, che chiede più tutele per i prodotti Made In Italy, Tajani assicura l’impegno nel contrasto all’”Italian sounding contro il quale – dice - ho deciso di lanciare un’offensiva. Qualcosa siamo riusciti a fare in Usa e in Cina”.

Tasto dolente, spiega il ministro, è anche quello di una “politica ambientale ideologica e fondamentalista, che rischia di essere addirittura controproducente nella lotta contro il cambiamento climatico”. Tema sollevato anche dal presidente di Cooperativa Ceramica Imola, Bolognesi, per quanto riguarda gli Ets. “Se noi costringiamo le imprese inquinanti ad abbandonare la Ue e a delocalizzare non diminuiscono le emissioni di Co2 – rimarca Tajani - ma aumentano, perché si va a produrre altrove”.

Una scelta sbagliata, dunque, come quelle sull’auto dove a causa della virata verso l’elettrico “siamo riusciti a salvare solo il segmento qualità ma non tanta parte della componentistica”, e sull’agricoltura messa in crisi dallo stop a fertilizzanti e fitofarmaci.”.

Quanto alla cooperazione nel continente africano, di cui sia Granlatte sia Cefa sono protagoniste, Tajani ha ribadito la necessità di far decollare il Piano Mattei. “Ho sempre detto che bisogna guardare all’Africa non con un’ottica predatoria ma di cooperazione”, afferma il ministro che punta a “dare vita a joint venture italiane e africane” in un’ottica di economia sociale di mercato.

Progetto che verrà messo a terra nel vertice Italia-Africa che si terrà a Roma nelle prossime settimane.

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