Vivere che rischio: un sogno chiamato Oscar per Mellara e Rossi

Il film sulla figura dell’oncologo Maltoni è fra i 200 titoli in lizza per il miglior documentario. "Un lungo lavoro durato due anni"

La locandina del documentario 'Vivere, che rischio', e i registi Mellara e Rossi

La locandina del documentario 'Vivere, che rischio', e i registi Mellara e Rossi

Bologna, 20 gennaio 2021 - Diceva: "Facciamo venire la gente a Bologna. Ma non per i tortellini, per la ricerca sul cancro". E’ ricca di testimonianze preziose e di episodi inusuali la vita di Cesare Maltoni, ricercatore oncologico di fama mondiale e fondatore dell’Istituto Ramazzini. Come si sa, un film, scritto e diretto da Michele Mellara e Alessandro Rossi, ne ha ricostruito il cammino grazie a repertori inediti e documenti interessanti. Si intitola Vivere, che rischio, è prodotto dalla Mammut Film ed è stato presentato al Biografilm nel 2019. La notizia di questi giorni è che quel film è entrato nella lista dei duecento titoli che concorreranno per la cinquina finale all’Oscar nella categoria del miglior documentario.

Una novità inattesa che arriva in occasione dell’anniversario della morte del medico che cade il 22 gennaio. E venerdì sarà anche il giorno in cui il docu-film diverrà disponibile sulla piattaforma IWonderfull. Life is deadly (il titolo in inglese), che verrà visto nelle prossime settimane dai membri dell’Academy americana, deve l’inserimento all’interno della shot-list dei duecento titoli grazie alla vittoria a un importante festival di Los Angeles, il Raw Science Film Festival dove Mellara e Rossi si sono aggiudicati il premio come Best Documentary.

L’opera che, come si è detto debuttò al Biografilm bolognese aggiudicandosi il premio del pubblico nella sezione Storie italiane, ha continuato a circolare felicemente nelle sale, anche dopo la messa in onda su Sky Arte. Cesare Maltoni è stato un pioniere nell’ambito della cancerogenesi ambientale e industriale, della prevenzione oncologica e della chemio prevenzione. E’ lui che lanciò la prima campagna italiana (e tra le prime in Europa e nel mondo) di screening di massa sulle donne di Bologna e provincia per la prevenzione del tumore alla cervice dell’utero. Nessuna iniziativa del genere in Europa era riuscita a monitorare così tanti pazienti. A metà degli anni ’60, fondò l’Istituto Ramazzini e fu ancora lui a ideare e contribuire alla realizzazione del primo Hospice per le cure palliative in Italia, l’Hopice Seragnoli, a Bentivoglio. "Abbiamo impiegato un paio d’anni nella realizzazione del film – racconta Alessandro Rossi –. Siamo partiti da una lunga estate di ricerche di materiali a cui è seguito il reperimento delle registrazioni televisive. Per noi, abituati a raccontare eventi corali, è stata un’esperienza davvero particolare".

Il film di circa 75 minuti si snoda come racconto in prima persona di Maltoni (la voce è quella dell’attore Luigi Dadina, romagnolo come il medico) su testi in parte scritti da Mellara e Rossi e in parte tratti da documenti. Numerose anche le riprese nei luoghi dello scienziato, quasi a ricreare una figura assente. "Non abbiamo tralasciato nessun aspetto – continua il co-regista –. Maltoni è stata una figura discussa, osteggiata e spesso in conflitto con i poteri forti. E noi ne diamo conto". Poche speranze sulla continuazione dell’avventura. "Non penso che passeremo le prossime selezioni – afferma scaramanticamente Rossi – ma comunque continuare a correre verso l’Oscar richiederebbe un impegno economico che credo non ci potremmo permettere".

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