Casarini, il talismano: se va in campo dal 1° minuto il Bologna vola

Il centrocampista garantisce l’equilibrio tattico. Con lui titolare la squadra ha una media di 2,1 punti a partita

Bologna, Federico Casarini con la fascia di capitano (FotoSchicchi)

Bologna, Federico Casarini con la fascia di capitano (FotoSchicchi)

Bologna, 9 marzo 2015 - Dalle giovanili alla fascia di capitano della Prima squadra il percorso è talmente lungo che quasi tutti si perdono prima, tra promesse non mantenute e addii. Quasi tutti, ma non Federico Casarini che sabato, con quella fascia stretta al braccio, ha guidato da leader il Bologna nella partita-verità di Varese.

La vittoria all’Ossola ha confermato che Casarini è l’uomo dell’equilibrio tattico dei rossoblù, il cuore che batte ininterrottamente per portare ossigeno al cervello di quelli coi piedi più ‘eleganti’.

Con ‘Casa’, in campo, è un altro Bologna: un Bologna che vale doppio. Col 25enne rossoblù titolare (16 partite), la squadra ha infatti una media di 2,1 punti a partita; senza lui, o con lui dalla panchina, la media precipita a 1,2.

Ecco perché Lopez non si è mai privato di lui, se non per l’infortunio alla caviglia che l’ha messo out da fine settembre a fine novembre, e neanche quando l’arrivo di Krstičić (oggi ko) aveva ridotto a uno il posto nella mediana diretta da Matuzalem.

Casarini come Claudio Terzi, ultimo prodotto della ‘cantera’ a raggiungere i gradi più alti nel finale di quella stagione 2007-2008, culminata col ritorno in A.

Un precedente che fa ben sperare, anche se Terzi sarebbe poi diventato il capitano fisso, mentre per Federico è stato più un riconoscimento una tantum per la sua grande annata. Un attestato di stima che il tecnico Lopez e il capitano ‘di diritto’ Coppola hanno scelto, nell’immediato pre-gara, di dare al mediano. E l’ex ‘cinno’ ha ripagato quella stima con una prova da uomo-guida.

Per la cronaca, non era la prima volta assoluta coi gradi: il precedente è datato 23 novembre 2011, Bologna-Crotone di Coppa Italia, con Pioli in panchina.

Contro il Varese (foto), Casarini è stato fondamentale, trasmettendo, senza pause, cariche di adrenalina e aggressività ai compagni che parevano aver approcciato in malo modo la gara.

Federico si è battuto per novanta minuti, come ormai abitudine in questa stagione finalmente da protagonista, per lui che prima di affermarsi in rossoblù è dovuto passare da Cagliari e Lanciano (nelle ultime due stagioni) e, peggio ancora, dentro il cerchio infuocato dello scetticismo, che nel calcio si acuisce proprio con i ragazzi dei vivai.

Nonostante l’esordio in A, in un Catania-Bologna del gennaio 2009, facesse presagire per lui una strada facile. E, invece, no. Ma sul prato di Varese, Federico ha finalmente chiuso quel cerchio aperto nel 2000, quando gli scout rossoblù andarono a prelevare questo 11enne carpigiano dalla scuola Kennedy Giliberti. Quell’11enne diventato capitan Casarini.

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