Bologna Inter, Moratti: "Che ricordi con Gazzoni. Thiago? Un vincente nato"

L’ex patron nerazzurro e le trasferte sotto le Torri: "Questa squadra è una bellissima sorpresa. Ma il lavoro dell’allenatore non mi stupisce. Merita la Champions League? Certamente"

Massimo Moratti

Massimo Moratti

Bologna, 9 marzo 2024 – La partita la vedrà a casa, in via Bigli, nel salotto di Milano, cinque minuti a piedi dal Duomo. La sua Inter - perché resterà sua per sempre - è come un figlio che ormai Massimo Moratti si è dolcemente rassegnato a seguire da lontano. È cambiata la forma, non la sostanza: perché certi amori non conoscono distanza. Sopravvivono al presente nutrendosi di ricordi. E quelli legati alle trasferte di Bologna sono avvolti da emozioni: fotografie mai sbiadite, colori ancora nitidi. I sentimenti a proteggere dai danni che fa il tempo.

Vent’anni di presidenza, la sua, che hanno segnato la Storia del nostro pallone. E’ cambiato il mondo, è cambiato tutto. Ma la sua Inter è presente più che mai nella vita di Moratti: sempre informato, sempre sul pezzo. Pensiero fisso.

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Presidente, oggi al Dall’Ara c’è un Bologna-Inter d’altissima classifica. La stupiscono di più i nerazzurri in fuga scudetto o i rossoblù quarti in solitaria?

"Beh, sono assolutamente più colpito da questo Bologna. Perché mentre l’Inter si sapeva che avrebbe potuto fare un bel campionato – ecco, magari non così fantastico come si sta rivelando –, nessuno invece poteva aspettarsi una stagione così della squadra di Thiago Motta. Davvero incredibile".

Eggià, Thiago, il suo Thiago, uno degli eroi del triplete. Che ricordo conserva di lui?

"Il ricordo del calciatore più pragmatico che avessimo, sono molto affezionato a lui. Entrava sempre in campo per vincere, era molto intelligente, aveva i tempi giusti. Non a caso, ho ancora in mente il dispiacere che provai quando nella semifinale di ritorno, a Barcellona, fu ingiustamente espulso. Dovemmo giocare la finale (poi vinta contro il Bayern, ndr ) senza di lui: fortunatamente poi andò bene lo stesso...".

Dica la verità: se l’aspettava che Motta potesse imporsi così velocemente da allenatore?

"Sinceramente non sono sorpreso: era un giocatore molto, molto intelligente e ha saputo trasferire queste qualità dal campo alla panchina".

Se parliamo di Bologna, è impossibile non chiederle di Gazzoni...

"Una persona stupenda, simpatica, accogliente. Ricordo che, prima di ogni partita, andavamo insieme a mangiare i tortellini al ristorante. Un animo gentile, aveva il presidente Gazzoni. E quanto teneva al suo Bologna!".

C’è una data, 14 settembre 1997, che dovrebbe evocarle un ricordo particolare.

"Si riferisce alla partita con il primo gol di Ronaldo?".

Esatto. Era allo stadio?

"Eccome se c’ero! Ho un ricordo meraviglioso di quel pomeriggio. Pioveva che Dio la mandava, e in tribuna ci avevano messo in un punto un po’ esposto (sorride, ndr ). Insomma, prendemmo un sacco d’acqua, però fu una giornata indimenticabile: vincemmo e Ronaldo segnò la sua prima rete in serie A. Manco a dirlo, una rete straordinaria".

Quel giorno finì 4-2 per l’Inter, ma nel Bologna segnò una doppietta un certo Roberto Baggio, che lei la stagione dopo avrebbe portato in nerazzurro. Il suo amico Gazzoni si arrabbiò per quell’affare?

"Assolutamente no. Trovammo in fretta un accordo, giusto il tempo di una chiacchierata: non ci fu nessun fastidio da parte sua. Poi ovviamente, da grande amante del pallone quale era, fu dispiaciuto di doversi privare di un giocatore così".

Se fosse ancora il presidente dell’Inter, per quale calciatore dell’attuale Bologna sarebbe disposto a fare follie?

"Non posso che dirne uno: Zirkzee. Giocatore meraviglioso, l’olandese. Fa cose fantastiche con una semplicità incredibile".

Ma questo Bologna ci può davvero arrivare in Champions?

"Come no?! Ci può andare benissimo".

E Thiago sarebbe già pronto per allenare una grande squadra, magari proprio l’Inter?

"È pronto per qualsiasi squadra, quello lì".

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