Bologna Fc, dalla famiglia allo staff: la forza di Thiago Motta

La moglie Angela e le figlie spesso al Dall’Ara a fare il tifo. La giornata del tecnico? Sveglia presto, cultura del lavoro ferrea e poca movida

L'abbraccio di Thiago Motta con il suo vice, Alexandre Hugeux

L'abbraccio di Thiago Motta con il suo vice, Alexandre Hugeux

L’etica del lavoro, che a Casteldebole ha conquistato tutti. La riservatezza, che spesso sconfina in timidezza. L’ambizione, non calibrata sulle parole (mai sentito un suo proclama davanti a telecamere e taccuini) ma sui gesti quotidiani. E la devozione per la famiglia, quando esce dagli schemi un po’ impettiti che assume in sala stampa e si lascia andare con moglie e figlie come un qualunque papà quarantenne bisognoso di ricaricare le pile tra le quattro pareti di casa.

E’ il mondo di Thiago, un ciclone silenzioso che ha travolto Casteldebole ma che a differenza del ciclone non ha disseminato macerie bensì un’infinità di cose preziose, di cui tutti ora godono i frutti. Del suo modulo fluido e del suo calcio ‘posizionale’ che trasforma ogni zolla del campo nel triangolo delle Bermude in cui spariscono le migliori qualità altrui (ne sa qualcosa l’Udinese) sono già piene le pagine della fresca letteratura sul ‘mottismo’.

Ma l’uomo Thiago chi è? Uno che al mattino si sveglia prestissimo, dominando la città dall’alto della casa che ha preso in affitto fuori porta San Mamolo e in cui vive da solo. A una porta da lui però abita Flavio Augusto Francisco Garcia, ‘paulista’ come Motta (che è nato a Sao Bernardo do Campo da una famiglia di emigrati italiani), che nel suo staff è il ‘video analyst’, colui che studia pregi e difetti degli avversari davanti a uno schermo. L’etica del lavoro, si diceva: un mix tra il rigore calvinista e il sorriso, vagamente francescano, di chi vive la propria professione come un dono. Il manifesto del suo piaceredovere di interpretare al meglio il mestiere di allenatore l’ha raccontato bene il club qualche giorno fa, pubblicando sui social un passaggio di una sua recente conferenza stampa: "Faccio quello che mi piace, un lavoro che ho scelto io con tutti i pro e i contro. Mi sveglio al mattino e sono felice di poter venire in questo club e vedere i miei ragazzi che si impegnano al massimo, e con loro gli uomini del mio staff e tutti quelli che lavorano a Casteldebole. Non ho di che lamentarmi, devo solo ringraziare".

Thiago sta talmente bene nel suo microcosmo rossoblù che ieri mattina, nel giorno di riposo, era di nuovo a Casteldebole a preparare gli allenamenti. Del resto è sempre tra i primi a varcare i cancelli del ‘Niccolò Galli’: molto prima che arrivi la squadra, e prim’ancora di fare colazione, Thiago inanella da solo giri di campo. In città gira poco, ragion per cui non sono molti i bolognesi che hanno avuto l’opportunità di intercettarlo.

Fuori da Casteldebole invece esiste solo la famiglia, che ha i volti della moglie Angela e delle tre figlie Sophia, Larissa e Beatriz. Le donne di casa Motta vivono in Portogallo, nella casa di Cascais, meta del turismo di lusso in riva all’Atlantico a mezzora di macchina da Lisbona. Ma domenica, così come già nel giorno della vittoria con l’Inter, Angela, Sophia, Larissa e Beatriz erano al Dall’Ara a tifare per l’uomo di famiglia, insieme a Michelle, la sorella dell’allenatore. Oltre che quello per i cani (il golden retriever Hugo) Angela ha trasmesso al marito l’amore per i cavalli. Forse per questo Thiago galoppa verso un futuro ricco di promesse di gloria.

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