FILIPPO MARIA ALETTI
Cronaca

Accusani one man show dai Prozac a oggi

Mercoledì sera al Magazzino Parallelo con lo spettacolo ‘Da grande faccio il musicista’.

Gian Maria Accusani leader della band Sick Tamburo

Gian Maria Accusani leader della band Sick Tamburo

Dal primo disco a tredici anni alla sperimentazione dei ‘Sick Tamburo’, passando per i classici del punk italiano targati ‘Prozac +’. Mercoledì dalle 20.30 al Magazzino Parallelo di Cesena il chitarrista e cantante Gian Maria Accusani porta in scena ‘Da grande faccio il musicista’. Lo spettacolo, caratterizzato da un’esibizione in acustico, ripercorre le tappe più importanti della carriera dell’artista, colonna portante del rock alternativo italiano. I biglietti sono in vendita sul sito di Dice.

Accusani, come nasce lo spettacolo?

"Durante la pandemia, su consiglio di alcuni promoter, ho cominciato a esibirmi da solo, dato che all’epoca era impossibile esibirsi in gruppo. Ne ho approfittato, dopo una mia titubanza iniziale, per raccontare le tappe della mia carriera, dai miei esordi fino agli ultimi anni dei Sick Tamburo, che si sono solo presi una pausa momentanea".

Cosa ricorda dei suoi esordi?

"Ho cominciato a suonare per la prima volta a sei anni, mentre il primo disco l’ho realizzato a tredici, quindi lo spettacolo parte proprio da quei primi momenti. Eravamo dei ragazzi di provincia con tante cose da dire".

Com’è stato riarrangiare i suoi pezzi in acustico?

"Più semplice di quanto si possa pensare in realtà. È vero che alcuni pezzi dei Prozac e dei Sick sono caratterizzati da ritmi veloci e serrati, però ogni mio pezzo si basa su una ‘forma-canzone’, quindi non è impossibile rimaneggiarli".

Ci sarà qualche sorpresa?

"Solitamente sul palco non canto più diversi pezzi dei Prozac, perciò può essere l’occasione giusta per riascoltare alcuni di questi brani. Anche se credo che gli anni novanta siano solo un piccolo capitolo di quello che è un viaggio più lungo".

Il disagio esistenziale raccontato in quei pezzi, però, è ancora molto attuale.

"Credo che il disagio, purtroppo, sarà sempre attuale all’interno delle nostre vite. Sinceramente, però, nonostante l’argomento sia attuale, la scrittura dei Sick Tamburo la ritengo decisamente migliore rispetto a quella dei Prozac, proprio perché maturando si acquista consapevolezza".

Se potesse, cambierebbe qualcosa della sua carriera?

"Con la testa di oggi, rifarei tantissime cose in maniera diversa. Non funziona così, però. Dunque, non cambierei nulla, dato che ho sempre fatto le cose seguendo le sensazioni che provavo in quegli anni. Alla fine, le cose hanno funzionato, tutto sommato, anche prendendo direzioni molto diverse".

Sta già scrivendo nuova musica?

"Coi Sick Tamburo ci siamo presi una pausa dai concerti proprio per focalizzarci sulla scrittura del nuovo disco, che avverrà in estate. Ogni anno ci cambia come persone e aggiunge qualcosa al nostro modo di creare musica. Magari un giorno pubblicherò qualcosa da solista, ma non mi ci vedo al di fuori del contesto di una band".