
di Elide Giordani
Ha suscitato vasto cordoglio la scomparsa del dottor Viscardo Biagini (nella foto), 83 anni, medico di medicina generale per molte generazioni di cesenati. Giovanissimo era diventato medico, con specializzazione in cardiologia e medicina interna, assumendo il testimone dal padre, anch’egli medico condotto che teneva ambulatorio dove anche Viscardo ha avuto per anni un punto di riferimento per i suoi numerosi pazienti: in via Montalti, nel palazzo di famiglia che costeggia la Malatestiana e si affaccia sul chiostro di San Francesco. Viscardo Biagini avrebbe voluto fare il cardiologo, come raccontò in un libro, "A cuore aperto", ma mentre era a Bologna per seguire la specializzazione morì il padre e lui a malincuore dovette tornare a Cesena ad assumere, con responsabilità, l’incarico che era stato del genitore per non lasciare senza punto di riferimento i suoi numerosi assistiti. Aveva fatto parte di quel gruppo di universitari arguti e scanzonati coagulati intorno al giornale satirico Stracittadino. Persona di poche parole ma di grandissimo rigore professionale Biagini seguiva i suoi pazienti con dedizione tanto da impegnarsi in molte occasioni a chiamare personalmente i suoi ammalati per informarsi della loro salute. Dopo 40 anni di professione Viscardo Biagini aveva lasciato l’impegno di medico di famiglia e si era dedicato ad una sua passione: la scrittura. Nel 2010 aveva scritto il primo libro, il citato "A cuore aperto", nella cui prefazione un gigante della medicina come Carlo Flamigni, che gli era amico, aveva scritto: "Questo è un libro di ricordi di un bravo medico, di un uomo che ha dedicato la vita al suo lavoro e tira le somme, ricordando le cose che gli sembrano più importanti e facendo emergere dai suoi ricordi i suoi principi morali, il modello di medicina al quale si è ispirato". Nel 2017 aveva replicato con un altro volume, "Come un velo dipinto", in cui aveva continuato a dare corpo al desiderio di condividere il ricordo di un tempo trascorso, quello che aveva dato identità alla sua giovinezza.
La storia di una vita vera, reale, nella quale ogni parola scaturiva da un’esperienza vissuta. La storia di un uomo, di un medico, che nel corso degli anni ha saputo cogliere le emozioni di un’intera esistenza. Ricordi intensi, sensazioni coinvolgenti in cui Biagini portava il lettore in un viaggio attraverso le infinite e sorprendenti sfumature di una vita. Lascia la moglie Cristina e i due figli Lella e Carlo. Le esequie funebri saranno celebrate domani alle 10 in Cattedrale.