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Cronaca

Al Moderno sarà ’Un giorno come un altro"

Venerdì primo appuntamento del 2025 al teatro di Savignano con protagonisti Luca Amorosino e Carlo De Ruggieri

Luca Amorosino e Carlo De Ruggieri

Luca Amorosino e Carlo De Ruggieri

di Raffaella CandoliIl primo spettacolo del nuovo anno, al teatro Moderno di Savignano è in programma per venerdì alle 21. Si tratta di "Un giorno come un altro" scritto e diretto da Giacomo Ciarrapico con Luca Amorosino e Carlo De Ruggieri, prodotto da Viola Produzioni. Il testo, un atto unico di 70 minuti, affronta in chiave semiseria il diffuso malcostume della società d’oggi, che sempre più diserta le urne ad ogni consultazione elettorale, immemore delle lotte del passato che hanno consentito di raggiungere la democrazia, indifferente al risultato che ne deriva, salvo poi lamentarsi o criticare la classe politica al governo. Ad attendere invano, come in un’opera beckettiana, gli altri componenti del seggio e, soprattutto gli elettori che, in una splendida giornata di sole e di ponte estivo, non raggiungeranno mai la sede elettorale numero 4607 della città di Roma, sono due scrutatori, Marco Fioretti (Luca Amorosino), svogliato, iroso e volgare, e Ranuccio Fava (Carlo De Ruggieri), serio ricercatore di storia, ligio al dovere. Giacomo Ciarrapico, autore e regista, sostenuto dalla magistrale interpretazione dei due attori, lancia un grido senza alzare la voce, e quindi maggiormente "assordante": "Uno spettacolo sospeso - sono sue parole - dove ad essere Godot sono gli italiani". Carlo De Ruggieri, un testo contemporaneo di denuncia? "Sì, la scrittura di Ciarrapico descrive, portandolo all’estremo, il fenomeno dell’astensionismo al voto dettato dall’indifferenza, dalla noncuranza per il futuro, dalla superficialità. Racconta una giornata sospesa, trattata però con una scrittura umoristica, giocata sempre sul filo dell’ironia. Si ride delle caratteristiche all’apparenza così opposte dei due personaggi, paradigmatici della società, ma la risata ha un fondo di amarezza". La commedia indaga anche le differenze caratteriali ed estetiche dei due protagonisti. "L’autore, attraverso la tipizzazione e la sostanziale distanza tra i due protagonisti coinvolti in un conflitto tipico, tratta un tema più profondo, generale, quello della mancanza di dialogo, di empatia e comprensione umana". Lei è Ranuccio, la persona seria, quadrata, con senso civico profondo, sopraffatta dalla personalità ‘burina’ e debordante di Marco. Quello preferibile tra i due? "Ranuccio è un laureato, uno studioso di Storia, conosce l’importanza delle consultazioni elettorali che sottolinea più volte ad un indifferente compagno di quella strana giornata, ma è un soggetto che nasconde i suoi drammi personali e familiari dietro un atteggiamento narcisista, tipico di certa classe umana contemporanea. Marco gestisce un sito di scommesse online registrato all’estero per rendersi invisibili alle leggi italiane. È interessato solo a far soldi, anche in maniera illecita". Quel lungo ‘Giorno come un altro’ vedrà una sorta di conciliazione tra i due? "In qualche modo sì, passando tempo insieme Marco e Ranuccio scopriranno delle affinità, un passato che li ha visti frequentare la stessa scuola e una situazione esistenziale simile, di persone sole che vivono un malessere interiore. Nella narrazione ci sono diversi colpi di scena, come il rinvenimento di una pistola. In particolare, un evento modificherà il rapporto tra i due". Cosa lascia agli spettatori la commedia? "Ritengo che offra parecchi spunti di riflessione e si riveli più profonda ed emozionante di quanto possa apparire, pur sul filo della leggerezza. Quella che doveva essere una giornata importante per il diritto al voto, viene trattata come una qualsiasi. La verità si può raccontare efficacemente attraverso l’ironia".