Cesena, 11 gennaio 2025 – Gli occhi incollati continuamente alla tv e alla ‘app’ che segnala le zone avvampate negli incendi. Una valigia pronta, in attesa dell’ordine di evacuazione che può arrivare da un momento all’altro, mentre Il vento caldo che trasporta tizzoni fin sulla porta di casa. Così ha vissuto negli ultimi giorni Lavinia Magnani, 31enne cesenate che vive e lavora da un anno e mezzo in California, nella zona investita dai furiosi incendi.

“Gli incendi – racconta Lavinia – sono cominciati martedì 7 gennaio a Pacific Palisades, un quartiere di Los Angeles che si sviluppa lungo l’Oceano Pacifico, sulle colline di Santa Monica. È un quartiere ricco, dove vivono molte persone che lavorano nel mondo dello spettacolo. Io vivo a Brentwood, un quartiere adiacente”.
Durante il pomeriggio di martedì scorso dalla sua abitazione si sentivano in continuazione sirene della polizia e dei pompieri: "La situazione è peggiorata rapidamente a causa dei venti di Santa Ana, dei venti secchi che hanno alimentato l’incendio e fatto scoppiare altri focolai in altri punti della città, soprattutto nelle zone collinari. Pacific Palisades è stata devastata dall’incendio e sta ancora bruciando tre giorni dopo. Martedì sera, non sapendo da che parte sarebbe spirato il vento durante la notte, io e gli altri abitanti del mio condominio siamo andati via da casa. Se il vento avesse cominciato a spirare verso est il quartiere di Brentwood sarebbe probabilmente andato a fuoco”.

Lavinia ha passato la notte in un motel. Per fortuna, l’incendio non si è esteso a Brentwood, per cui mercoledì mattina è tornata a casa: "Le strade erano mezze vuote, i negozi non essenziali tutti chiusi, e si sentiva il fumo nell’aria. La mia azienda ha ordinato a tutti di lavorare da casa”.
“Nonostante il mio quartiere fosse intatto – prosegue la giovane cesenate – ho trovato dei tizzoni portati dal vento nel mio posto auto. L’incendio di Pacific Palisades era a circa sei chilometri dal mio condominio. Ho subito preparato una valigia, nel caso fossi dovuta scappare, e ho passato la giornata di mercoledì a seguire il telegiornale e a consultare l’applicazione Watch Duty, che permette di seguire la mappa degli incendi e vedere in quali zone è consigliata o obbligatoria l’evacuazione. La mia zona era in ‘Red Flag Warning’. Questo indica ’temperature calde, umidità molto bassa e venti forti che combinati possono produrre un altro di rischio di incendio’”.

L’evacuazione però non è scattata, quindi Lavinia è rimasta a casa, ma in uno stato di comprensibile apprensione, bombardata da notizie allarmante sull’avanzata degli incendi: “A questo punto Pacific Palisades era stata quasi completamente distrutta, e altri incendi bruciavano in vari punti della città, fra cui le colline del quartiere storico di Hollywood e il quartiere popolare di Altadena. Vari rifugi sono stati aperti durante la giornata per le persone evacuate (più di 150,000 persone). Ci sono stati anche 5 morti”.
“Purtroppo – racconta ancora Lavinia – ho visto al telegiornale anche immagini di ‘looters’, cioè persone che tentavano di introdursi nelle case abbandonate dagli evacuati per rubare. Durante un giro in macchina per controllare la situazione attorno a casa, ho poi visto che la polizia aveva bloccato la strada che porta a Pacific Palisades”.
“Verso sera – prosegue – ho ricevuto una telefonata automatica dalla Città di Los Angeles per avvertirmi che gli abitanti di Pacific Palisades e delle zone adiacenti non dovevano bere acqua dal rubinetto senza prima bollirla. A causa della cenere e della bassa pressione dell’acqua (conseguenza dell’utilizzo enorme di acqua da parte dei vigili del fuoco), l’acqua del rubinetto poteva non essere salubre».
La ragazza ha passato la notte di mercoledì con risvegli continui, per controllare e controllare Watch Duty, nel caso venisse ordinata l’evacuazione di Brentwood. Al mattino la situazione è è rimasta stazionaria: « Il cielo è grigiastro a causa del fumo/cenere. Brentwood è ancora in ‘Red Flag Warning’ e i venti di Santa Ana continuano a soffiare, quindi rimane l’incertezza di quello che potrà succedere nei prossimi giorni. La mia azienda è ancora chiusa ma è stata organizzata una breve videoconferenza per tutto lo staff, durante la quale molti dei miei colleghi hanno raccontato di aver perso la casa nell’incendio». Nella mattinata di ieri è stato ordinato un coprifuoco dalle dieci di sera all’alba. un segnale inequivocabile che la situazione è ancora pericolosissima per tutti i residenti nella zona.