
di Annamaria Senni
Anacleto Malara, direttore di Coldiretti di Forlì-Cesena, sono sempre più frequenti gli incidenti stradali causati da animali selvatici, come mai?
"Nel nostro territorio gli animali selvatici sono numerosissimi, solo per fare un esempio in provincia ci sono migliaia e migliaia di cinghiali selvatici".
Ma perché sono così pericolosi?
"Provocano incidenti enormi perché si spingono fino in pianura alla ricerca di cibo e si riversano nelle strade. Sbattere contro un cinghiale, anche di 60 chili, vuol dire rischiare di morire, è un impatto violentissimo. L’altro giorno nel Modenese una signora ha avuto un incidente in autostrada e ha riportato lesioni gravissime, qualche mese fa due giovani sono morti per colpa di cinghiali. Anche in agricoltura i danni sono enormi perché questi suini inselvatichiti fanno buchi profondi nel terreno e i trattori rischiano di ribaltarsi". Quanti sono gli incidenti provocati in zona?
"Tra il 2012 e il 2017 in Emilia Romagna sono stati denunciati 4745 incidenti stradali causati da animali selvatici. Si è trattato di collisioni con ungolati, cinghiale in particolare, ma anche molti caprioli, in alcuni casi cervi e daini. In Italia sono circa 10mila all’anno gli incidenti. Pochi giorni fa c’è stato uno schianto lungo l’E45, a Borello. Un cinghiale ha invaso la carreggiata e un automobilista ha sbandato. Fortunatamente si è risolto solo con danni ingenti al veicolo".
C’è una soluzione?
"Sarebbero da abbattere perché sono troppi, ma ci si scontra a livello nazionale con le associazioni che proteggono le specie animali. Un cinghiale può pesare fino a 100 chili e vi sono pericoli legati alla proliferazione perché arrivano a fare 10 cuccioli all’anno. Vi sono pericoli anche per la zootecnia".
Cosa prevede il piano faunistico regionale?
"Che in pianura e nella prima collina i cinghiali non dovrebbero esistere, mentre nella media e alta collina deve esserci un numero relativamente basso. Ma bastano alcuni numeri per comprendere come ormai la situazione sia sfuggita di mano: quello dei cinghiali, ad esempio, è raddoppiato negli ultimi dieci anni in Italia, raggiungendo un milione di capi e superando le 100mila unità in Emilia Romagna, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città. Non è insolito, infatti, che questi animali, presenti in gran numero sul nostro Appennino, scendano dalla collina verso valle in cerca di cibo attraversando le strade".