ELIDE GIORDANI
Cronaca

Codice Rosso, impegno quotidiano: "La risposta rapida è essenziale"

Flavia Vitale, commissario della Polizia di Stato, illustra l’iniziativa di informazione e educazione che si svolgerà in piazza Giovanni Paolo II in occasione della mobilitazione internazionale.

La commissaria Flavia Vitale con la squadra del Codice Rosso

La commissaria Flavia Vitale con la squadra del Codice Rosso

Misure di contrasto, azioni di prevenzione, interventi di educazione. E’ sollecito e mira in profondità l’impegno della Polizia di Stato contro la violenza sulle donne. Ne è una dimostrazione la presenza degli agenti e dei loro dirigenti domani, giornata dedicata ad uno dei più drammatici fenomeni della nostra società, in piazza Giovanni Paolo II (davanti al Duomo) per tutta la mattinata. Un presidio - con gazebo della campagna della Polizia "Questo non è amore" - che è prima di tutto educativo, considerato che nell’occasione sono coinvolte anche alcune classi del liceo classico Monti. Sarà presente anche il commissario capo Flavia Vitale e i colleghi dell’Ufficio Codice Rosso, articolazione interna del settore Anticrimine.

Commissario Vitale, come si articola la vostra presenza in occasione del 25 novembre?

"Nel solco degli ultimi dieci anni in cui la Polizia di Stato ha portato avanti tante iniziative per stimolare una nuova cultura improntata al rispetto delle donne e per combattere la piaga dei femminicidi. Spiegheremo ai ragazzi, e a quanti saranno in piazza, come si articola l’attività quotidiana del nostro Ufficio Codice Rosso. Mostreremo loro un video, del giornalista Rai Filippo Vendemmiati, in cui è descritto un caso pratico di intervento". Come agisce il Codice Rosso? "E’ un ufficio di polizia giudiziaria specializzato per occuparsi in modo esclusivo, e quotidianamente, di casi di violenza di genere. E’ una disciplina che prevede una procedura accelerata per i reati contro le donne elaborata sulla base della necessità di una risposta rapida, e su una corsia preferenziale, da parte delle istituzioni, della polizia e della magistratura. Ci muoviamo nei tre giorni dall’evento per ascoltare la persona offesa e per cristallizzare quanto prima la sua esperienza. Dobbiamo evitare fenomeni che modifichino la ricostruzione del fatto: la materia peraltro è complessa poiché spesso siamo di fronte a donne che hanno difficoltà ad aprirsi. Servono operatori con capacità di entrare in empatia con le vittime. E vorrei citare a questo proposito l’ispettore Veronica Gatti, nota a tutta la rete antiviolenza".

Quali altri strumenti avete a disposizione da un punto di vista normativo?

"L’ammonimento del questore, ad esempio, che nella nostra provincia conta già 47 casi, il quadruplo rispetto all’anno precedente. Un provvedimento che ci consente di identificare i cosiddetti ‘reati spia’, ossia le condotte che si configurano come campanelli d’allarme di situazioni pericolose. La misura può essere attivata anche sulla base di segnalazioni di terzi, che restano anonimi, sulle quali avviamo un’istruttoria. L’ammonimento consente di agire con maggiore rapidità di un procedimento giudiziario e può fermare l’escalation della violenza. Ma c’è anche la possibilità della sorveglianza speciale, l’arresto in flagranza differita, strumento molto utilizzato che ci permette di intervenire entro le 48 ore dal fatto penalmente rilevante, e il divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico". Com’è l’andamento dei casi denunciati?

"Non sembrano in aumento. A Cesena i Codici Rossi registrati dall’inizio dell’anno sono 52 . Ma il sommerso è ancora profondo".