Coronavirus Cesenatico. "Respinto sulla nave da crociera perché italiano"

Coppia di Cesenatico respinta all’imbarco a Miami e rispedita in Italia: "Bloccati dalla polizia americana tutti gli italiani arrivati in volo da Milano"

Coppia di Cesenatico respinta all’imbarco a Miami e rispedita in Italia

Coppia di Cesenatico respinta all’imbarco a Miami e rispedita in Italia

Cesena, 7 marzo 2020 - Diventa sempre più complicato per gli italiani varcare i confini. Succede negli aeroporti, nelle stazioni, e anche in mare. E proprio il mare riguarda la disavventura vissuta da due coniugi di Villamarina di 67 e 65 anni anni che il 21 febbraio scorso sono partiti da Milano con una coppia di amici per recarsi a Miami e di lì imbarcarsi su una nave da crociera.

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"Tutto bene il viaggio in aereo – ci racconta Osvaldo che si definisce ancora scosso e anche molto sotto stress da quando è tornato dall’America -. In aeroporto avrò visto al massimo due o tre persone con la mascherina e in aereo pure. Tutti tranquilli". In fondo era il 21 febbraio, due giorni prima che scoppiasse la ‘psicosi da Coronavirus’ in Italia. "A Miami ancora più tranquillo. Abbiamo trascorso la prima notte in albergo e il giorno seguente, il 22 febbraio, ci hanno portato con un pulmino a Fort Lauderdale dove dovevamo imbarcarci per la nostra crociera. Ci aspettavano 14 giorni di traversata, da Fort Lauderdale a Barcellona con scalo a Malaga. Arrivati al porto andiamo per imbarcarci nella nostra nave, la ‘Allure of the Seas’, ma qualcosa va storto. Saliamo sull’imbarcazione, dove si trovavano altri 6500 passeggeri, e una volta a bordo, ancora all’ingresso della nave, ci raggiunge la polizia che ci chiede di visionare i documenti di viaggio. Ci è voluto poco per capire: gli italiani provenienti da Milano dovevano scendere immediatamente dall’imbarcazione. Non è possibile, replichiamo noi. Questo è il nostro viaggio che attendiamo da mesi, è la nostra vacanza. Non c’è niente da fare. Qualcuno, in tutto eravamo 6 o 7 italiani, prova a contattare la Farnesina e l’Ambasciata, ma niente da fare. Ci portano dritto in un albergo a Miami. Dopo quattro giorni di rabbia e delusione per essere stati trattati come se avessimo la peste, anche se in realtà stavamo benissimo, ci mettono su un volo per Bologna che fa scalo a Francoforte".

Leggi anche Come si cura Le differenze con l'influenza Come difendersi Finisce così , dopo cinque giorni di tribolazioni, la disavventura della coppia di Villamarina che si è subito rivolta all’agenzia presso cui aveva prenotato la crociera per chiedere il rimborso dei 1500 euro spesi, 750 euro a persona. "L’agenzia ci ha detto che entro 30 giorni ci rimborseranno tutto. Sono 25 anni che andiamo in crociera – continua amareggiato Osvaldo – io sono un cliente abituale dell’Allure o the Seas’, e non meritavamo questo. Ormai gli italiani sono trattati da appestati". Intanto le disposizioni del decreto legge n. 9 approvato il 2 marzo scorso dettano norme anche per chi deve mettersi in viaggio prevedendo "specifiche forme di compensazione per gli utenti che non possano viaggiare da e per la zona rossa o usufruire dei pacchetti turistici a causa delle misure di contenimento e di prevenzione della diffusione del COVID-19 disposte dalle autorità italiane o straniere". E le agenzie di viaggio della zona spiegano che per chi ha prenotato un viaggio con partenza fino al 31 marzo con un tour operator verso destinazioni che negano l’accesso agli Italiani potrà usufruire di un buono viaggio spendibile entro un anno oppure accettare un viaggio verso destinazione alternativa. "Come è successo 3 giorni fa – spiegano da un’agenzia viaggi di Cesenatico – ad una coppia a cui è stato cancellato il volo per il Kenya e il giorno stesso sono stati riprotetti su Zanzibar". E dopo il 31 marzo? Si vedrà.

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