
Il prof. Vittorio Sambri nel Laboratorio Ausl di Pievesestina (foto Luca Ravaglia)
Cesena, 1 agosto 2024 – Oggi che più che mai il Covid gioca a rimpiattino, pur rivelando una presenza in ascesa che si coglie anche semplicemente guardandosi attorno, non è cessato il lavoro che impegna ogni giorno l’Unità Operativa di Microbiologia del Laboratorio Unico di Pievesestina diretta dal professor Vittorio Sambri, virologo con l’occhio acuto sulla definizione e il controllo delle epidemie. All’apice del contagio da Covid il laboratorio ha processato fino a 11 mila tamponi al giorno. Ossia altrettante persone che, in Romagna, evidenziavano i sintomi, tipici o sospetti, del coronavirus. Oggi che il lavoro sul Covid è molto contenuto il laboratorio è orientato anche su altro.
Professor Sambri, qual è il vostro impegno attualmente?
“Siamo impegnati in alcuni progetti di ricerca finanziati dai fondi del Pnrr, commissionati dall’Università e dalla Regione, per la sorveglianza delle febbri di origini sconosciute”.
Ma ce ne sono tante?
“Ci sono molti pazienti che entrano in ospedale con la febbre e ne escono guariti ma senza una diagnosi. Sembrerebbe esserci una sovrapposizione geografica tra la Romagna e le aree dove sono presenti i vettori del cosiddetto virus Toscana, isolato 45 anni fa in provincia di Siena e trasmesso dai pappataci. Provoca febbri e meningiti per almeno il 70 per cento di quelle che si verificano in estate. Ne abbiamo identificate diverse, ma stiamo parlando di probabilità, non ancora di certezze”.
Però non avete cessato di processare i tamponi per l’identificazione del Covid che tutti i bollettini danno in aumento.
“Di Covid ne sta girando parecchio. E’ difficilissimo dire quanto perché non lo cerchiamo. Nel nostro laboratorio processiamo circa 150 tamponi al giorno, un numero del tutto insignificante dal punto di vista epidemiologico. C’è da dire però che benché i numeri siano bassi, e sono più o meno quelli che facevamo ad inizio giugno, prima avevamo al massimo 3 postivi al giorno, oggi ne abbiamo almeno 15. E’ chiaro che è aumentato. C’è però una difficoltà di selezione. Ci sono medici di medicina generale che davanti ai sintomi sospetti prescrivono il tampone, soprattutto se lo chiede il paziente. Ma ce ne sono tanti altri che lasciano correre”.
L’aumento dei casi è una sorpresa?
“No, era atteso. Ci sono due elementi che ce lo annunciano. Il primo è che abbiamo la certezza che si stiano affacciando nuove varianti, che però in Italia non abbiamo ancora trovato poiché l’ultima indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, che raccoglie i dati di sequenziamento, si riferisce a fine marzo. Nella settimana in corso ci sarà una nuova raccolta al termine della quale avremo qualche elemento in più. Ma con un numero così basso di positivi, anche se troviamo qualcosa di nuovo, è difficile che sia significativo in termini di prevalenza di una variante rispetto ad un’altra. L’altro è che sta scemando l’immunità ed è lecito aspettarsi una nuova variante con una maggiore capacità di infettare, benché non è detto che sia pericolosa”.
Da cosa dipende la sua maggiore trasmissibilità?
“Dal fatto che la popolazione ormai sta perdendo l’immunità che aveva acquisito attraverso la malattia e la vaccinazione. L’immunità, sia vaccinale che per contagio, dura 6/8 mesi ed è comprensibile che, ad oggi, che ambedue gli eventi si sono fatti più lontani nel tempo, i casi siano in crescita”.
Intanto cosa succede?
“Sta circolando soprattutto la variante KP.3, che porta febbre, sensazione di malessere, stanchezza, mal di testa, tosse e dolori muscolari e articolari. Ma non abbiamo dati precisi sulla sua evoluzione”.
Si prospetta un nuovo vaccino?
“Secondo me sì, ma per le categorie a rischio. Ricordiamoci che quello che vediamo ora non è il Covid 19, che era una malattia molto severa e portava la gente in rianimazione. Ora il virus è cambiato, è meno patogeno, e la popolazione è plurimmunizzata grazie anche ai vaccini. Un virus di successo da un punto di vista evoluzionistico circola molto, replica tanto ma non ammazza nessuno. Sennò non potrebbe continuare a circolare”.