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Cronaca

"Dodici panchine rosse contro i femminicidi"

L’amministrazione le sta installando in varie parti della città. L’assessore: "Vogliono essere un monito a combattere la violenza sulle donne"

di Luca Ravaglia

L’assessore Carlo Verona sorride seduto su una panchina. Non è una panchina qualunque e non è stata collocata in un luogo qualunque. È in piazza del Popolo ed è dipinta coi colori dell’arcobaleno. Ma le tonalità cromatiche non sono il punto della questione. O forse sì. Quella panchina è stata collocata nella zona in cui il 5 febbraio 2017 alcuni esponenti di Forza Nuova organizzarono uno pseudo funerale portando in spalla una bara mentre a pochi passi di distanza veniva celebrata una delle prime unioni civili del nostro territorio.

"Chi compì quel gesto - commenta Verona, assessore ai diritti e alla politiche delle differenze – è stato condannato e nel frattempo la nostra amministrazione ha deciso di compiere un gesto concreto a dimostrazione del nostro impegno a tutelare i diritti di tutte e di tutti".

Dunque ecco la panchina arcobaleno, che invita a sedersi e in ogni caso induce a riflettere: la piazza principale della città non deve essere un luogo che divide, ma che unisce. Tanto più che sul lato opposto della stessa piazza, di panchina ne è appena stata collocata un’altra, interamente rossa. E anche in questo caso le questioni di arredo urbano non c’entrano nulla. L’assessore Verona la raggiunge insieme a Cristina Barducci del Centro Donna.

"È la terza di questo tipo che collochiamo in città – prosegue - dopo quelle installate in piazza della Libertà e a Villa Silvia. E non sarà l’ultima, purtroppo. Perché a ognuna di queste panchine corrisponde il ricordo di una donna uccisa dalla violenza di un uomo. Non sono nominative, ma in ognuna di esse abbiamo collocato una targa, nella quale è riportato anche il numero di emergenza da chiamare nel caso si volessero denunciare abusi, violenze o intimidazioni di qualunque tipo legate alla prevaricazione di genere".

A pochi passi da lì, lungo viale Mazzoni, il 9 marzo 2011 fu ferita a morte la diciannovenne Stefania Garattoni, aggredita all’uscita da scuola dall’ex fidanzato che non accettava la fine della loro relazione. Un’altra panchina rossa – la quarta– è stata collocata sempre ieri in zona stazione. E ancora non basta: il prossimo passo sarà posizionarne una a Ronta, la frazione nella quale viveva Cristina Golinucci, la ragazza scomparsa il primo settembre del 1992 a soli 22 anni e mai più ritrovata. L’installazione è stata programmata per il 25 gennaio, in occasione del compleanno della ragazza.

"Nel nostro territorio - conclude Verona – sono dodici le donne uccise o scomparse. In loro onore collocheremo dunque dodici panchine. Questi arredi urbani simbolo di una campagna contro la violenza di genere proposta dal movimento femminile nazionale e dalle associazioni di liberazione omosessuale, sono arrivati in diverse città italiane trovando spazio nei luoghi maggiormente frequentati dalla comunità. A Cesena sono approdate lo scorso anno e oggi, con le nuove collocazioni, abbiamo voluto ribadire il valore di una città e di una società sempre più tollerante e inclusiva".

"La zona della stazione – prosegue Verona – in particolare è strategica perché riteniamo che in quel punto delal città la panchina potrà ricevere l’attenzione della popolazione più giovane che frequenta gli istituti superiori collocati in prossimità". Dodici panchine rosse in una città sono tantissime. Ognuna di esse è di troppo. Che servano a fare in modo che non ci sia mai motivo di arrivare a tredici.