Comunità di Valleripa commissariata, Don Orfeo Suzzi presenta ricorso

L’ex guida spirituale di Valleripa contro il vescovo Regattieri e la destituzione per problemi amministrativi

Don Orfeo Suzzi, guida spirituale e leader della comunità di Valleripa con il nome di Abbà

Don Orfeo Suzzi, guida spirituale e leader della comunità di Valleripa con il nome di Abbà

Valleripa, 1 novembre 2019 - Diventerà una telenovela senza fine la contrapposizione tra la diocesi di Cesena-Sarsina e don Orfeo Suzzi, il sacerdote di 77 anni che il vescovo Douglas Regattieri ha rimosso da capo della comunità monastica di Valleripa, che si trova in una zona impervia nei pressi di Linaro, frazione di Mercato Saraceno, fondata nel 1988 dallo stesso don Suzzi, quando ancora non era stato ordinato sacerdote. Infatti don Orfeo Suzzi, che si fa chiamare Abbà Povero, ha deciso di ricorrere alle vie legali per contestare il provvedimento del 9 giugno 2019 con quale il vescovo Regattieri lo aveva rimosso da padre superiore spirituale e legale rappresentante della comunità, affidando entrambi i ruoli a monsignor Giorgio Biguzzi, rientrato in Italia qualche anno fa dopo aver trascorso una vita in Africa, come vescovo della diocesi di Makeni, in Sierra Leone.

Il ‘commissariamento’ era scattato perché la Diocesi aveva rilevato diverse problematiche all’interno della famiglia monastica, sia per la gestione amministrativa che per la vita religiosa della Comunità. Particolare scalpore aveva poi destato la notizia di un lascito di diversi milioni di euro gestito direttamente da don Orfeo attraverso tre società finanziarie costituite a Londra. Il provvedimento del vescovo mira dunque «a una maggiore trasparenza nella gestione della comunità, anche in campo economico, e a una più attenta fedeltà al carisma della Piccola Famiglia improntato alla povertà da vivere in comunione con la Diocesi».  

Una decina di giorni fa gli avvocati Giacomo Ronconi e Fabio Dri di Cesena hanno fatto recapitare a monsignor Regattieri e monsignor Biguzzi una lettera con la quale, a nome di don Orfeo Suzzi, indicato come legale rappresentante della comunità ‘Piccola Famiglia della Resurrezione’, contestano la legittimità del provvedimento vescovile di commissariamento della comunità monastica del 9 giugno scorso.  

Nella lettera non viene contestato il provvedimento di monsignor Regattieri dal punto di vista religioso, ma da quello civilistico, cioè di fronte alla legislazione italiana. Alla base di questo ci sarebbe una sostanziale distinzione, secondo don Orfeo Suzzi e i suoi avvocati, tra l’”associazione non riconosciuta” Piccola Famiglia della Resurrezione, fondata nel 1988 con la denominazione “Associazione San Giovanni Apostolo ed Evangelista” (denominazione modificata nel 1992), e l’”ente ecclesiastico non riconosciuto” Piccola Famiglia della Resurrezione, che sarebbe una associazione pubblica di fedeli costituita con decreto del 4 ottobre 1990.  

Particolarmente pesanti le accuse formulate nei confronti di monsignor Giorgio Biguzzi che dal giugno scorso, avendo preso il posto di don Orfeo, si sarebbe impossessato dei beni della comunità in forza della nomina del vescovo Douglas Regattieri. © RIPRODUZIONE RISERVATA