E45, riapertura tra ritardi e sorrisi

Dopo quasi un mese si può di nuovo circolare sul viadotto Puleto

E45, la riapertura dopo il sequestro del viadotto Puleto (Foto Ravaglia)

E45, la riapertura dopo il sequestro del viadotto Puleto (Foto Ravaglia)

Cesena, 13 febbraio 2019 - La strada è sbarrata da una selva di cartelli e transenne che si susseguono tutto intorno allo svincolo. Verghereto è tra i monti dell’Alto Savio, poche case abbarbicate sulla roccia che guardano in basso, verso l’E45 deserta. Chi abita qui vive e lavora grazie a questa strada, che fa da collegamento con le scuole e le aziende, oltre che da porta di ingresso per il florido turismo termale. Il bollettino dell’Anas che tutta la vallata aspettava da un mese arriva a metà mattina e fissa la riapertura alle 16, dopo l’interdizione a causa del sequestro per ragioni di sicurezza del viadotto Puleto, che torna agibile solo al traffico leggero e solo su una corsia per senso di marcia, sotto gli sguardi più che vigili di tre autovelox che impongono il limite dei 40 chilometri all’ora. Non è tutto, ma è comunque qualcosa. Il personale addetto alla sicurezza e alla manutenzione dell’arteria presidia la zona fin dalla mattina e una dopo l’altra si aggiungono anche le pattuglie dei carabinieri e della polizia stradale. Passano i minuti, si aspetta solo il via libera.    Scoccano le 16, ma le radio e i telefoni restano muti. «Ancora non ci siamo – è la voce che si rincorre – siamo agli ultimi controlli, questione di poco». Intanto il traffico, che fino al primo pomeriggio era inesistente, comincia a farsi più sostenuto. Per i camion non ci sono comunque chance e dunque il dietrofront attorcigliandosi attorno alle rampe di uscita e di ingresso sulla direzione opposta è obbligatorio. Le forze dell’ordine lavorano di paletta e pescano nel serbatoio di inglese per fornire chiarimenti agli autotrasportatori stranieri. In mezzo a loro ci sono però anche gli automobilisti italiani, che ormai non stanno più nella pelle: «L’orario è passato. Quanto manca?». Nessuno quantifica e allora lungo l’attigua strada provinciale si forma un nucleo di vetture in paziente attesa del via libera.

«La deviazione comporta ritardi di un’ora e mezza, vale comunque la pena aspettare qui». Alle 16.25 gli uomini in tuta arancione si rimboccano le maniche e cominciano a togliere i cartelli, uno dopo l’altro, aprendo il primo varco. Sorridono tutti, anche le forze dell’ordine che ricambiano i saluti dei primi avventori che superano il blocco. E allora eccolo qui il ‘blocco’, un tratto di poco più di cinque chilometri che conduce al viadotto Puleto, da effettuare comunque tra cambi di carreggiata e passaggi sotto a un tunnel che più che una galleria sembra una grotta. Poi ci sono i tre chilometri e mezzo da percorrere ai 40 allora, i già citati autovelox e il viadotto circondato dall’Appennino. Arriva il primo sorriso. Sorriso contagioso. Basta guardare gli occhi lucidi del personale dell’Autogrill Verghereto, tornato al lavoro dopo un mese di ferie forzate: «Qui lavoriamo in cinque, abitiamo tutti in zona. Siamo persone, non numeri. Abbiamo passato un periodo di inferno, ma ora ripartiamo».