L’esorcista di Sarsina. "Lotto contro il male, vedo tanto dolore"

Festa per i 25 anni di ordinazione per don Fiorenzo Castorri. "Ho studiato per anni, devo tanto a padre Amorth"

Don Fiorenzo Castorri

Don Fiorenzo Castorri

Cesena, 23 aprile 2019 - Don Fiorenzo Castorri a Sarsina è un’autorità, un autentico punto di riferimento. Lo si capisce facendo qualche domanda ai fedeli sarsinati che nutrono nei suoi confronti una grande stima. Ricorrono i 25 anni dalla sua ordinazione sacerdotale e nonostante sia originario di Cesena, di Case Finali, sabato prossimo festeggerà l’anniversario nel luogo in cui ha vissuto il vescovo esorcista San Vicinio.

Don Fiorenzo, cosa ricorda di quel 23 aprile 1994? «Avevo 42 anni e ho ricevuto l’ordinazione da Monsignor Lino Garavaglia in duomo di Cesena. Insieme a me furono ordinati anche l’attuale Vicario, Pier Giulio Diaco e don Marco Muratori, economo diocesano».

Da quando presta servizio nella Basilica di Sarsina? «Da 9 anni, quando sono stato ordinato esorcista dal vescovo Antonio Lanfranchi. Oltre a questo, sempre qui esercito il ministero dell’ascolto e della consolazione dei pellegrini».

Come è diventato esorcista? «E’ il vescovo a decidere a chi conferire tale compito. Ricevuta la nomina, ho frequentato un corso di due anni a Bologna dove ho stretto una profonda e illuminante amicizia con Padre Gabriele Amorth (modenese, storico esorcista della diocesi di Roma, scomparso il 16 settembre 2016 a 91 anni) al quale devo tanto».

Come si trova a Sarsina? «Bene. Qui sono contento ma vedo troppa sofferenza. Sono di turno cinque giorni su sette e ogni settimana ricevo almeno una sessantina di persone che hanno bisogno di consolazione».

Quali sono i problemi maggiori? «Sono troppe le famiglie a cui manca la serenità e che lasciano entrare il male nelle loro vite, così come sono tanti i giovani allo sbando. Da quando sono qui ho liberato dalla possessione solo 4 persone. Pochissime. Questo mi fa stare male».

Prima di essere chiamato nel territorio di San Vicinio dove ha esercitato come sacerdote? «Sono stato per 11 anni sacerdote a San Giorgio-Bagnile. Prima ancora per tre anni cappellano a Sant’Egidio. Appena arrivato a Sarsina, sono stato assegnato alla parrocchia di Quarto ma dopo sette anni e mezzo ho lasciato perché il dolore delle tante persone che incontro quotidianamente qui non mi permette più di svolgere le funzioni di sacerdote»

Come festeggerà sabato prossimo? «Alle 18 si terrà la messa qui in Basilica a Sarsina. Ho invitato tutte le persone che ho conosciuto durante il mio percorso. Sarà un bel momento per ritrovarsi. Poi, terminata l’eucarestia, chi vorrà potrà spostarsi con noi nel vicino teatro Silvio Pellico dove gli amici di Quarto organizzeranno un rifresco a base soprattutto di piadina. Ma sia chiaro non voglio regali. Il festeggiato non sono io, è il Signore».