Falcone e Borsellino testimoni della legalità

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Sono passati 30 anni dal 1992, l’anno delle stragi di mafia che tra il 23 maggio e il 19 luglio costarono la vita a Giovanni Falcone, a sua moglie Francesca Morvillo, a Paolo Borsellino e ai loro agenti di scorta. Quelle tragiche pagine di cronaca non possono essere dimenticate e in quest’ottica l’Associazione Nazionale dei Magistrati, con particolare riferimento alla sezione emiliano romagnola, ha promosso l’organizzazione di uno spettacolo itinerante ‘Giovanni e Paolo. Aldilà di Falcone e Borsellino’. L’autrice è Alessandra Camassa, che aveva collaborato con Borsellino e che ha poi affidato la regia a Dario Raofalo. A Cesena l’appuntamento è per il 4 giugno, al Bonci. L’ingresso è gratuito, con prenotazione (info@teatrobonci.it o 0547-355959). L’evento è realizzato anche grazie all’apporto del Comune, che ieri era rappresentato dall’assessore alla legalità Luca Ferrini e dal sindaco Enzo Lattuca: "A Cesena – ha commentato il primo cittadino – l’attenzione a questo tema non è mai mancata, ora però l’Anm ci ha offerto la possibilità di fare un passo in più, ospitando uno spettacolo di grande valore e che ci permette di fare in modo che la celebrazione non diventi un’abitudine. Bisogna evitare le abitudini, perché spingono le persone a ripeterle senza pensare al loro significato". Alla presentazione hanno partecipato per l’Anm Emilia-Romagna Emanuele Picci, Ilaria Rosati e Laura Brunelli. Il regista Garofalo è invece intervenuto in video collegamento. Lo spettacolo è ambientato nella ‘Casa degli Uomini Eletti’, un luogo che ospita chi in vita si è distinto per coraggio, onestà e dedizione al lavoro. Nelle scene curate da Stefania Frasca, si muovono gli attori Gaspare Balsamo, Giusy Zaccagnini e lo stesso Garofalo: i due uomini interpretano Falcone e Borsellino, i cui costumi (realizzati da Aurora Damanti) sono abiti strappati. Incontrandosi, creano un rapporto fatto di sentimenti che raccontano ciò che furono: non eroi, ma uomini dello Stato che fecero con dedizione ciò che era giusto fare.

Luca Ravaglia