Paolo Morelli
Cronaca

Geometra dipendente, niente contributi alla cassa

Cesenate vince la causa contro l’istituto di categoria che gli chiedeva 20mila euro di contributi per aver firmato la pratica dei lavori in casa sua

Una geometra cesenate che, pur essendo iscritta all’albo professionale, lavora come dipendente ed è regolarmente iscritta all’Inps nel 2018 è vista chiedere il pagamento di contributi previdenziali per oltre 20.000 euro dalla Cassa di previdenza e assistenza dei geometri liberi professionisti (Cipag) per aver firmato una pratica relativa a lavori presso la propria abitazione. La Cassa, infatti, non si era limitata a chiedere i contributi relativi al 2011, l’anno in cui aveva avviato la pratica, e agli anni successivi in cui l’aveva integrata, fino al 2015. L’Agenzia delle Entrate Riscossione aveva presentato il conto sotto forma di una cartella di pagamento che avrebbe portato a un doppio versamento dei contributi previdenziali, per cui la geometra ha fatto opposizione al Tribunale del Lavoro di Forlì con l’assistenza dell’avvocato Matteo Casini di Rimini.

L’argomento principale che ha supportato l’opposizione era la mancanza della continuità professionale, requisito richiesto dalla legge a supporto dell’iscrizione d’ufficio alla cassa previdenziale autonoma dei geometri liberi professionisti’ mentre lo statuto Cipag prevede l’iscrizione obbligatoria e il versamento dei contributi per tutti gli iscritti all’albo professionale. Il giudice del lavoro Luca Mascini pochi giorni fa ha depositato la sentenza con la quale ha accolto l’opposizione della geometra, annullato la cartella dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e ha condannato l’istituto di previdenza (difeso dall’avvocato Giuseppe Mazzarella) a pagare le spese legali. Ma la questione, che interessa migliaia di geometri che hanno ricevuto dalla cassa autonoma Cipag richieste di pagamento per vicende analoghe, non finisce qui: undici senatori hanno presentato al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali un ‘atto ispettivo’ illustrando il caso e sollevando un dubbio sulla legittimità dello statuto Cipag che prevede l’iscrizione obbligatoria anche in mancanza della continuità professionale. Ora la palla passa agli ispettori del ministero.