I lampioni della ‘Neri’ di Longiano illuminano il cuore dell’Expo milanese

di ELIDE GIORDANI BRILLA sotto luci cesenati il cuore del grande parco dell’Expo a Milano. L’azienda Neri di Longiano, alfiere del più raffinato stile italiano dell’illuminazione pubblica di cui si...

LA SCENA Le luci e le installazioni luminose realizzate dall’azienda Neri di Longiano per l’area dell’Anfiteatro centrale dell’Esposizione universale di Milano

LA SCENA Le luci e le installazioni luminose realizzate dall’azienda Neri di Longiano per l’area dell’Anfiteatro centrale dell’Esposizione universale di Milano

di ELIDE GIORDANI

BRILLA sotto luci cesenati il cuore del grande parco dell’Expo a Milano. L’azienda Neri di Longiano, alfiere del più raffinato stile italiano dell’illuminazione pubblica di cui si ha uno spaccato percorrendo tante strade italiane e cesenati, ha arredato e illuminato l’ampia area che ospita l’Anfiteatro (Open air Theater), il luogo riservato agli spettacoli e alle cerimonie ufficiali. «Si tratta - spiega Antonio Neri, figlio del fondato Domenico e presidente dell’azienda - di una superficie complessiva di 8700 metri quadri, grande, dunque, quanto un campo da calcio, suddivisa tra spazi verdi e gradinate, con una capacità di accoglienza fino a 8000 persone. A proposito di luce, però, è di notte che quest’area offre il meglio di sé quando gli arredi illuminanti, che noi abbiamo progettato ad hoc, creano scenografie suggestive».

IL PROGETTO ha previsto tre tipologie di prodotti. Chi visita l’Expo può alzare il naso all’aria e verificare come l’azienda cesenate, proprietaria tra l’altro del rondò di lampioni d’epoca (concessi al Comune in comodato d’uso) che illuminano il nostro Giardino Pubblico, ha saputo dare luce e atmosfera di questo luogo significativo dell’esposizione mondiale. Sui due lati lunghi del perimetro sono stati installati otto lampioni progettati da Makio Hausike, ossia un palo sobrio in acciaio che sostiene, ad una altezza di 12 metri, tre corpi illuminanti ad altissime prestazioni illuminotecniche. Nonostante la potenza elevata, grazie all’ottica progettata in Neri, l’abbagliamento visivo è fortemente contenuto così come i consumi. L’ampio spazio verde antistante le gradinate, caratterizzato dalla presenza di numerosi alberi, è invece il set ideale per totem luminoso equipaggiato con 1800 LED in grado di offrire un’illuminazione a 360 gradi. Tra quest’ultimo settore e l’area vera e propria occupata dell’Anfiteatro sono infine collocate in linea quattro installazioni, battezzate Equiseto, o «coda cavallina», che rievocano una pianta officinale, conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà benefiche e che nella sua essenza comunica la forza della vita e l’energia vegetale che è alla base della nostra alimentazione.

«QUESTI organismi artificiali luminosi - commenta Antonio Neri - mutano grazie al colore e alla luce, tra di loro coordinati e legati ai sapori della dieta mediterranea riprendendo le tonalità alimentari di uva, melograno, olivo, frumento, pomodoro e agrumi». Grazie a una tecnologia programmata per emettere una luce variabile in intensità e colore, ciascuna di queste strutture, nella loro forma e nel loro colore, sembrano vivere di vita propria attraverso una sorta di respiro luminoso, una pulsazione colorata dove la luce rappresenta uno strumento dinamico e architettonico. Anche l’altezza, oltre 7 metri, contribuisce a caratterizzarle come un punto di riferimento rilevante nel contesto dell’intera area espositiva. L’intero investimento relativo all’Expo per la storica azienda cesenate fondata nel 1962 (saranno in mostra a fine settimana alcuni dei disegni del fondatore Domenico Neri che ha compiuto da poco 90 anni ed è stato un antesignano nell’arredo in ghisa) ha comportato un investimento di 200 mila euro. E non è l’unica commissione legata all’Expo che Neri ha potuto mettere a segno. Si è aggiudicata infatti anche una importante gara per la sostituzione dei  vecchi corpi illuminanti sospesi al centro delle strade di tutta Milano, che per l’occasione dell’esposizione ha deciso di sostituirli tutti. E se da Milano qualcuno volesse tracciare con uno sguardo gli elementi più significativi della storia dell’arredo e dell’illuminazione urbana in ghisa (lampioni, panchine e fontane), c’è a Longiano, in una piccola chiesa dismessa, un interessante «Museo della ghisa» della famiglia Neri che è anche un centro di documentazione e ricerca nazionale ed internazionale.