
L’assessore Acerbi sulla duplice candidatura al riconoscimento. "Chi concorre deve avere il supporto delle città vicine, fondamentale la collaborazione". Casali (FdI):"Loro hanno maggiori credenziali".
Cesena candidata a città capitale della cultura nel 2028 – come Forlì dopo l’annuncio in consiglio comunale del sindaco Gian Luca Zattini – fa discutere già prima che venga discussa in consiglio comunale giovedì 20 febbraio la mozione di Cesena 2024, forza politica di maggioranza, che richiede di procedere con la candidatura. Il finanziamento ministeriale per chi si accaparrerà il titolo è di un milione di euro.
"Ad oggi è possibile che partano due percorsi paralleli – afferma l’assessore Camillo Acerbi – e la questione va affrontata dal punto di vista politico e amministrativo. Per collaborare, innanzitutto, bisogna volerlo fare, senza dietrologie. Il bando caldeggia che chi si presenta abbia il sostegno dell’intero territorio come successe a Rimini e Ravenna in passato. Ma Rimini chi sosterrebbe se sia Cesena che Forlì le chiedessero il supporto? Sarebbe una situazione complessa. Sta di fatto, comunque, che allo stato attuale né a Cesena né a Forlì esistono ancora delibere di consiglio comunale sulle candidature per le quali bisognerebbe cominciare a lavorare da subito per essere pronti a luglio con la manifestazione d’interesse". Come uscire dunque da una situazione imbarazzante? "Uno dei due Comuni,o entrambi! potrebbero ritirare la candidatura – sottolinea Acerbi – Non è una proposta mia, ma è lo stato dell’arte delle possibilità a oggi, che mi limito a riferire. Saranno le interlocuzioni politiche a far capire se ci sono altre possibilità". Intanto l’opposizione contesta la mozione di Cesena 2024.
"La mozione è certamente condivisibile, ma ci chiediamo quale sia il senso di presentarla ora, dopo che Forlì ha già ufficializzato la propria candidatura – osserva Marco Casali, capogruppo di Fratelli d’Italia -. Spero che questa iniziativa non sia una reazione a un risultato al quale Forlì lavora da tempo e che, per il suo patrimonio culturale potrebbe avere legittimamente maggiori credenziali rispetto a noi. Escludendo l’ipotesi di una ripicca, siamo sicuri che una doppia candidatura in Romagna non finisca per favorire un’altra città fuori Regione? Il rischio è probabile". "Inoltre – prosegue Casali -, la nostra candidatura, per quanto apprezzabile, appare oggi come un salto nel vuoto, considerando che da anni il tema della cultura è tra i più trascurati nella nostra città. Abbiamo fatto pochi compiti a casa per aspirare a certi riconoscimenti. Temo che questa mozione, pur con intenti nobili, rischi di mettere in evidenza, da un lato, la nostra inadeguatezza e, dall’altro, di essere interpretata come un’azione di disturbo. Affrontare con successo questi percorsi richiederebbe un dialogo costruttivo con il Governo che, al momento, pare mancare. Il sindaco sembra più incline a manifestare la forza muscolare delle prese di posizione che a perseguire risultati concreti e duraturi per la nostra città".
Anche la Lega interviene con la responsabile degli enti locali Antonella Celletti e il capogruppo Enrico Sirotti Gaudenzi. "Chiederemo di ritirare la mozione – affermano – arrivata dopo che Forlì ha ufficializzato la sua candidatura. Si tratta di collaborare con Forlì piuttosto che competere" .