Il popolo gitano spagnolo tra danza e musica

Il 26 maggio alle 21 al Bonci andrà in scena lo spettacolo benefico ’Calè’ con Mahoù de Castilla, Diana Gonzales e 70 allieve di flamenco

Il popolo gitano spagnolo tra danza e musica

Il popolo gitano spagnolo tra danza e musica

di Raffaella Candoli

Le tradizioni del popolo gitano diventano uno spettacolo teatrale per raccontare una società chiusa, ’zingara’ ma non nomade, nella quale sopravvivono riti e consuetudini ancestrali (seppure carichi di carisma), prevaricatrice dei diritti delle donne, e che per questi motivi, in Spagna, patisce a sua volta, l’emarginazione dal punto di vista sociale e anche giuridico. Si intitola ’Calé, danza, musica e cultura del popolo gitano’, la performance in due tempi che venerdì 26 maggio alle 21, al teatro Bonci, la Compagnia di flamenco di Mahoù de Castilla e Diana Gonzales dell’associazione Cesena Danze portano in scena a favore del progetto ’Well-Fare’ dell’Azienda Usl, col patrocinio del Comune, in collaborazione con Ert, ArtinCouselling e il sostegno di aziende del territorio.

Ma, se la cultura retriva dell’etnia Calé, a suo tempo proveniente dall’India e poi diffusa nella penisola iberica e nel nord Africa è il pretesto per una narrazione (fu raccontata anche dalla penna di Garcìa Lorca), danzata, musicata e accompagnata dal canto, va comunque detto che anche la nostra Regione e il nostro Paese non sono esenti da fenomeni di sottocultura e sopraffazione sulla popolazione femminile.

"Il progetto Well-Fare: Rete per le donne - spiega la direttrice di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Raffaella Francisconi -, è finalizzato all’umanizzazione degli ambienti di cura nei Pronto Soccorsi della Romagna che accolgono sia le donne che subiscono violenza sessuale o fisica, che i minori. È necessario creare un ambiente accogliente sotto tutti i punti di vista perché la donna, sia quella giovane, ma anche più matura, che accede al Pronto Soccorso, dunque quando l’atto o le percosse si sono già verificati, si senta in un luogo adatto non solo alla cura fisica, ma anche all’ascolto, tra personale che non avvalori la credenza che ‘è sempre stato così’, e che la pace familiare debba prevalere su tutto". "Non di rado - aggiunge Gilda Sottile, coordinatrice ostetrica - la confessione delle umiliazioni e delle violenze esercitate dal partner avviene in sala parto, nel momento in cui il dolore e l’imminenza di una nascita prospetta un ambiente malsano in cui madre e nascituro torneranno a vivere".

Saranno 70 allieve del Centro de Arte Flamenco, tutte donne, anche e volutamente, in tre ruoli maschili "a rappresentare – spiega de Castilla che si esibirà in una sola danza -, un ipotetico villaggio gitano, che nell’arco di un anno celebra con sangue caliente, nel febbrile caos delle baracche, tra sacro e profano, particolari eventi come i matrimoni combinati tra adolescenti, la prova della verginità della ragazzina promessa sposa, i riti della Settimana Santa, i duelli a suon di coltelli e i lutti. Una metafora per meditare su quei popoli fieri e perseguitati che, con atteggiamento razzista, vengono ritenuti inferiori ed emarginati, ma anche l’occasione di sensibilizzare sulle tematiche al femminile". "E Cesena Danze che festeggia i 50 anni di fondazione – aggiunge Gonzales -, è sempre stata in prima linea". "Fortunatamente - aggiunge l’assessore Verona- nel nostro Comune c’è una rete di servizi, dal Centro Donna al Forum Donne, dai Consultori ai professionisti del Pronto Soccorso e delle Forze dell’Ordine che ha gli strumenti per intervenire a protezione di situazioni particolarmente critiche".

Per prenotare un posto al Bonci è necessario chiamare il 3357150025. Si può contribuire alla raccolta fondi ’adottando’ una bambola di pezza realizzata da ArtinCouselling, e con un’offerta minima di 20 euro la si può portare con sé, o lasciare appesa alla rete di sensibilizzazione allestita permanentemente presso gli ospedali romagnoli.