REDAZIONE CESENA

Lazarus, l’eroe prigioniero dei suoi rimpianti

I ragazzi dell’istituto agrario ’Garibaldi Da Vinci’ di Cesena raccontano lo spettacolo scritto da David Bowie in scena al ’Bonci’

Lazarus, l’eroe prigioniero dei suoi rimpianti

La scena è straniante: un salotto spoglio, una successione di schermi con un flusso di immagini distopiche e accompagnate da suoni psichedelici. Su una poltrona Newton, allucinato, beve gin. Così si apre Lazarus, il musical scritto da David Bowie insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh e messo in scena per la prima volta in Italia dal regista Valter Malosti. L’opera vuole essere una sorta di sequel delle vicende del film ’L’uomo che cadde sulla terra’, tratto dall’omonimo romanzo di Walter Tevis. Il protagonista è ancora Thomas Newton, un alieno prigioniero sulla terra. È rinchiuso in casa, oppresso da un dolore che lo porta all’isolamento da tutto e tutti, lontano dal mondo. È ossessionato dal rimpianto di Mary-Lou, il suo amore perduto. La sua segretaria, Ellie, cerca di assumerne le sembianze, alimentando lo stato di disperata confusione di Newton. Quella che in principio sembra una via per tornare al contatto con le persone si rivela un rapporto vuoto, nutrito solo dal sogno romantico di lei. Una nuova speranza nasce quando entra in scena Marley, personificazione della psiche stessa dell’alieno, che non sa nulla di se stessa ma tutto di lui, che intende aiutarlo a costruire un razzo per tornare al suo pianeta di origine. Il tragico destino di Newton è quello di un uomo alla vana ricerca di un posto che possa chiamare casa. Ma non è la trama a catturare lo spettatore, piuttosto un caleidoscopio di emozioni che la regia innovativa di Malosti fa fluire in modo potente. Tutta la scenografia rimanda allo stato di alienazione di Newton: al centro è collocata una piattaforma rotante circolare che delinea una barriera che rinchiude il protagonista nel loop della sua mente. La piattaforma nelle sue rotazioni rappresenta il percorso delle sofferenze di Newton, senza inizio né fine. Tra gli undici personaggi del cast, quello del protagonista è caratterizzato da una gestualità minima: mentre gli altri si muovono continuamente, Newton ha solo il movimento delle mani, il suo dinamismo è tutto nella psiche e nella voce. E su tutto domina, naturalmente, la musica. Una band eccellente, le performance canore del protagonista Manuel Agnelli e della bravissima Casadilego, le note e i testi dei pezzi di Bowie con nuovi superlativi arrangiamenti. Lazarus è uno spettacolo contemporaneo, capace di unire più generazioni, quella dei padri che hanno conosciuto tutto il percorso umano e artistico di Bowie e quella di chi, come noi, sente anche oggi la forza del suo messaggio, che può essere riassunto nell’idea di non lasciarsi schiacciare dalle cose che accadono. Newton è un eroe che non è riuscito a fare l’eroe, voleva salvare tutti, ma alla fine fallisce: perde tutto quello che aveva, e alla fine anche se stesso. "We can be heroes, forever and ever".

Classe 5F Istituto Agrario