ELIDE GIORDANI
Cronaca

Long Covid, l'infermiera: "A due anni dal contagio soffro ancora"

La testimonianza a Cesena sugli effetti prolungati della malattia nonostante la negatività

Alphonsa Puthumana

Alphonsa Puthumana

Cesena, 5 febbraio 2022 - Ci sono i danni nascosti e le anomalie che si rivelano malignamente agli esami più approfonditi quando tutto sembra ormai alle spalle. E poi ci sono quelle conseguenze così impreviste, misteriose e debilitanti che nessuno avrebbe potuto prevedere e che finiscono per cambiare la vita. E’ ancora tanto quello che non sappiamo del Covid-19.

Un percorso di conoscenza che oggi, a due anni dall’inizio della pandemia, accende un altro focus: quello sul long Covid, un protrarsi della malattia nonostante la negatività. C’è chi accusa ancora ripercussioni sulla salute benchè sia rimasto colpito dalla prima ondata. "A due anni dal contagio ho ancora così tanti problemi che non riesco più a lavorare". E’ drammatica la testimonianza di Alphonsa Puthumana, per 23 anni infermiera nella casa di riposo Don Baronio. La signora Alphonsa ha 64 anni ed è nota per il suo spirito attivo, una caratteristica che i postumi dell’infezione sembrano aver cambiato definitivamente.

L'ultimo bollettino Covid

"Prima del Covid i miei anni erano solo sulla carta - commenta la signora Alphonsa col respiro che si spezza -, ho sempre sentito un’energia inestinguibile, lavoravo con entusiasmo e facevo 10 chilometri al giorni di camminata, oggi è come se avessi 90 anni". "Mi sento sfiancata, ho una stanchezza pesante - elenca Alphonsa Puthumana - il mio respiro si fa affannoso anche solo per piccoli gesti, mi sono rimasti gli esiti della fibrosi polmonare causata dal coronavirus. Ma ho anche perso la memoria, la capacità di concentrazione e soffro di una grave forma di depressione. Ancora oggi sono in malattia e non ho le forze per tornare al mio lavoro". Una storia emblematico della prima comparsa del virus tra noi quella dell’infermiera del Don Baronio.

"Ho preso il Covid in uno dei reparti della Rsa in cui lavoro il 29 marzo del 2020, positività che è stata certificata il 3 aprile - racconta -. Sono stata la prima ad aver acquisito il contagio da due pazienti che erano usciti dalla casa di riposo per un ricovero all’ospedale dove si erano contagiati a loro volta. Quando sono tornati nella struttura li abbiamo messi in isolamento ma in quell’inizio di pandemia non avevamo ancora tutti i presidi necessari e neppure i vaccini e la malattia ha avuto buon gioco nel diffondersi rapidamente".

Da lì è iniziata la via crucis. "Sono stata ricoverata al Bufalini in terapia sub intensiva - ricorda - dimessa ancora positiva ho passato una decina di giorni in un Covid Hotel per salvaguardare dal contagio la mia famiglia. Ma non è bastato, lì ho iniziato ad avere febbri persistenti e sono stata ricoverata nuovamente, ma questa volta all’ospedale di Forlì dove sono risultate evidenti le lesioni al polmone".

Una storia infinita. "Sì, ma sono una persona positiva e amo la mia vita" dichiara Alphonsa che, oggi per il Covid, gli è stata riconosciuta una bassa percentuale di invalidità. "Ho provato a tornare al lavoro, per due mesi, ma ho dovuto arrendermi. La mia è una professione delicata".

Secondo una ricerca della Penn State College of Medicine, pubblicata su Jama Network Open, oltre il 50 per cento di coloro che hanno sviluppato l’infezione Covid-19 svilupperà il long Covid.