
"Trattandosi di un autovelox, il suo utilizzo andrebbe sempre segnalato"
Un ‘nemico’ temuto da molti automobilisti. Sempre più controversi i pareri sullo Scout speed, il nuovo sistema di rilevazione della velocità (e non solo), che può essere montato sulle auto dei vigili urbani o della polizia stradale. E’ l’ultimo modello di autovelox, in grado di riprendere la velocità delle auto sia ferme che in movimento, capace di documentare i divieti di sosta, senza, di fatto, dover lasciare copia delle contravvenzioni sul veicolo. Per alcuni legali cesenati c’è il rischio che la questione sfugga di mano, oltrepassando il limite della legalità. "Lo Scout speed non è legittimo da un punto di vista giuridico – dice l’avvocato Nico Bartolucci – perché la legge prevede la ‘presegnalazione’ in strada di uno strumento che controlli la velocità. Se un automobilista prende una multa con l’autovelox, e questo non è segnalato, il conducente vincerà il ricorso in tribunale. Con l’introduzione dello Scout speed, che per sua natura non potrà essere né presegnalato, né rilevato, siamo di fronte a una norma ‘fatta un po’ all’italiana’. Se poi vogliamo ragionare da un punto di vista etico, la norma c’è, serve a garantire la sicurezza stradale, e va rispettata. Ma, essendo un autovelox montato sulle pattuglie, anche lo Scout speed andrebbe segnalato. A Cesena dubito ci siano stati ricorsi, ma il tribunale di Firenze ha precisato che sono nulle le multe elevate con lo Scout speed se manca una presegnalazione con appositi cartelli stradali che avvisano gli automobilisti della possibilità del rilevamento automatico delle infrazioni. Credo che lo Scout speed sarà presto, anche a Cesena, al centro di polemiche e ricorsi legali".
"La Cassazione – incalza poi l’avvocato Emanuele Gentili – nel 2024 si è espressa sancendo che gli apparecchi per misurare la velocità devono essere approvati dal ministero e omologati. Non mi è ancora capitato, sul territorio cesenate, di vedere verbali emessi con questo sistema, ma penso che l’uso debba essere regolamentato con un sistema legislativo preciso, al momento mancante. Il nostro ordinamento prevede ‘la contestazione immediata’ della sanzione al conducente, e con lo Speed scout non è possibile. Senza una disciplina legislativa precisa si aprirà certo il fianco a contestazioni e ricorsi, come è accaduto a Treviso dove, tempo fa, è stata contestata davanti al giudice di pace una multa effettuata con Scout speed. Il ricorso è finito in Cassazione, dove è stata accolta la richiesta dell’automobilista".