RAFFAELLA CANDOLI
Cronaca

Mercadini ‘one man festival’: "Tre serate tutte per me in Molise"

L’attore cesenate protagonista unico di una rassegna nei teatri di Campobasso e provincia .

Mercadini ‘one man festival’: "Tre serate tutte per me in Molise"

Mercadini ‘one man festival’: "Tre serate tutte per me in Molise"

Dici Roberto Mercadini e il successo è assicurato. E mica solo qui, nella sua Romagna, che ha visto virare la sua professione dalla solidità dell’ingegneria informatica alla più ariosa e avvincente ars affabulatoria, praticata dal vivo e pure attraverso you tube. Anche in giro per l’Italia sono apprezzati i monologhi di narrazione di cui è autore, che rendono comprensibili e, anche divertenti, argomenti non proprio di evasione. Il Molise era però per lui, una terra ancora poco battuta."Con il Festival Mercadini e ben 3 diversi spettacoli fra il teatro Fulvio e del Loto, lo strepitoso autore, assolutamente unico e originale, chiude in bellezza la stagione in abbonamento di Teatri Molisani". Così commentano i mezzi d’informazione gli interventi artistici che due località in provincia di Campobasso hanno riservato a Mercadini. Mercadini, addirittura un Festival a lei intitolato?

"Già, così ha voluto in finale di stagione il direttore artistico dei due teatri di Guglionesi e Ferrazzano. È Stefano Sabelli, attore, drammaturgo e manager culturale, col quale si è creata una sintonia anche di interessi: pure lui ha confezionato uno spettacolo sulla Bibbia ed è molto interessato, dal punto di vista scientifico, alla bomba atomica, cui io ho dedicato prima un monologo, poi un libro".

Quali monologhi ha rappresentato?

"Ho portato Orlando Furioso’ narrazione da Ariosto, nei 500 anni dalla pubblicazione; ‘Little boy’ storia incredibile e vera della bomba atomica e ‘Fuoco nero su fuoco bianco’, racconto tentacolare sulla Bibbia ebraica. Ho scoperto un pubblico accogliente ed empatico ed un teatro, il Fulvio di Guglionesi, tra i più belli e strani che abbia mai visto".

Che ha di così inconsueto?

"La struttura: ha soffittature in legno con travate a vista che formano un’ogiva, e palco tutti in legno come i teatri elisabettiani, gradinate come gli anfiteatri greci e romani, balconcini tipici dei teatri all’italiana, damaschi rossi, arredi orientali e arabeggianti; insomma, una sintesi straordinaria senza stridori della storia del teatro. Inoltre, una piacevole scoperta sono stati i camerini".

Ci illumini.

"Ogni artista è invitato a lasciare una traccia del suo passaggio sui muri: un disegno, un murale, peraltro Campobasso è la capitale dell’arte urbana, col Festival ‘Draw the line’con facciate di palazzi e muri con disegni non solo belli ed enfatizzati dai colori, ma ricchi di contenuti, anche di denuncia, e chi non disegna lascia, come ho fatto io, una frase nella quale ho esaltato quel teatro in cui si incrociano tanti luoghi del mondo".

Insomma, un successo.

"Sì, parto soddisfatto, diretto in Puglia. Una scoperta reciproca: il Molise c’è, non è la costola dell’Abruzzo, ha arte, cultura, e aree naturali come il Parco nazionale e paesaggistiche che meritano di essere maggiormente conosciute".