"Metodo inedito, ma il punto è aumentare il buonsenso"

Giordano Biserni (Asaps): "In Italia la cultura della sicurezza stradale deve ancora fare passi avanti"

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"Non è questione di chicane o di qualunque altro metodo scelto per far rallentare il traffico. Il punto è riuscire a trovare un modo per aumentare il buonsenso degli automobilisti. E su questo, purtroppo, siamo ancora lontani". L’amara considerazione è di Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, l’Associazione dei Sostenitori e degli Amici della Polizia Stradale, che interviene sul tema sottolineando la gravità dei problemi legati alla sicurezza, soprattutto degli utenti più deboli.

Biserni, le ‘chicane’ come dissuasori di velocità all’estero sono diffuse, in Italia molto meno. Con le nostre ‘abitudini di guida’ rischiano di essere un boomerang?

"La questione deve essere posta dal punto di vista opposto: in Italia la cultura della sicurezza stradale deve fare ancora tantissimi passi avanti. Potrei citare quanto accade a Parigi, dove le zone con limite di velocità ai 30 chilometri all’ora sono in costante aumento. E vengono rispettate. Oppure il caso di Londra, dove si insiste tantissimo per dare garanzie agli utenti più deboli della strada. Noi siamo ancora troppo indietro".

Dunque bene sperimentare le chicane?

"Non entro nel merito del singolo caso, se non per ribadire che sì, questa dotazione dalle nostre parti è inedita. Dico però che qualunque strumento validato dal codice della strada che possa far ridurre la velocità è sempre ben accetto".

Quali sono i punti critici sui quali intervenire?

"Prima di tutto i comportamenti degli utenti: se un cartello dice che devi andare ai 30, bisogna che vai ai 30. Invece no, qui da noi si fanno le strade nuove e poi si studia un metodo per rallentarne la percorrenza, perché chi guida da solo non intuisce la pericolosità. La velocità e le distrazioni sono le due principali cause degli incidenti che portano a esiti irreparabili. E su questo di certo i telefonini giocano un ruolo dirompente".

Dunque quale approccio seguire?

"L’italiano medio tende a voler proteggere le strade antistanti le scuole frequentate da figli o nipoti. Servirebbe la stessa valutazione del rischio ovunque". Luca Ravaglia