LUCIA CASELLI
Cronaca

"Noi vittime di Pianesi, esclusi dal processo"

Garbuglia, a lungo collaboratore di ‘Un punto macrobiotico’ contesta la decisione di concedere il patteggiamento al guru marchigiano

di Lucia Caselli

"Non c’è stato permesso di testimoniare per spiegare cosa sia stata la psico-setta del macrobiotico". Le oltre quaranta vittime che hanno denunciato Mario Pianesi e i vertici di ‘Un Punto Macrobiotico’ sono esterrefatte dopo aver appreso che l’accusa di riduzione in schiavitù per aver costretto clienti a diete ferree si è trasformata nel reato più lieve di violenza privata, per cui Pianesi ha ottenuto il patteggiamento di un anno e 8 mesi e un anno e due mesi la moglie Loredana Volpi. Lo scorso anno le accuse di associazione a delinquere ed evasione fiscale erano invece state archiviate, così come quella di omicidio volontario aggravato della ex moglie.

La vicenda risale al marzo 2018, quando le procure di Ancona e Forlì hanno notificato gli avvisi di indagine al sedicente leader di ‘Un Punto Macrobiotico’ (con sede anche a Cesena), la moglie e altri due collaboratori, smantellando la setta.

"Le vittime – accusa l’editore Mauro Garbuglia, dentro all’organizzazione per venticinque anni e segretario di Pianesi per sette –, sono vittime una seconda volta a causa della giustizia italiana, la stessa che ha permesso agli imputati di oltrepassare il procedimento consentendo il patteggiamento della pena". Garbuglia, tra gli adepti della setta e autore del libro ‘Dentro la psico-setta macrobiotica’ in cui racconta gli abusi subiti, è stato tra i primi otto, tra cui anche una donna cesenate, a denunciare quello che stava accadendo all’interno dell’associazione, facendo scattare l’indagine durata cinque anni.

"Abbiamo letto quali siano state le esigenze di Pianesi e Volpi di patteggiare: la mancanza di risorse economiche e l’esigenza di evitare un processo lungo. Ma forse – prosegue – la verità è un’altra: che i due indagati abbiano paura delle testimonianze di coloro che hanno denunciato? Hanno paura della verità? Di conoscere gli effetti e i danni fisici e psichici che le filosofie, le regole e le diete di Pianesi, hanno provocato in ognuno di noi? Eppure, prima Pianesi, Volpi e i loro più fidati e stretti collaboratori hanno tolto a noi la possibilità di vivere dignitosamente, mentre oggi ci viene tolta la dignità e il diritto di raccontare la verità. Ci è stato negato il diritto di avere un processo nel quale i fatti denunciati avrebbero potuto trovare conferma e finalmente giustizia".

Per questo, le vittime che si dichiarano perplesse circa la decisione del tribunale di ridurre l’accusa di schiavitù in violenza privata, tramite gli avvocati cercheranno ogni strada possibile per assicurarsi una giusta conclusione. "Nel frattempo – conclude Garbuglia – l’organizzazione si è riorganizzata, come niente fosse. La giustizia dovrebbe difendere chi ha subito dei crimini. Qui parliamo di oltre quaranta persone hanno messo a disposizione degli inquirenti il loro dolore, ma anche una enorme quantità di documenti e prove. Lo Stato di diritto deve evitare che i suoi cittadini siano vittime due volte". Quanto all’addebito di abuso di professione medica, per il 76enne si andrebbe verso un altro patteggiamento.