"Ondata di caldo devastante per l’agricoltura"

Preoccupazione del mondo agricolo: maturazione della frutta troppo rapida, rese in calo per grano e cereali, a rischio anche i vigneti

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di Maddalena De Franchis

Picchi di caldo senza precedenti nella storia recente, terreni spaccati dalla grande sete, fiumi in secca, colture e allevamenti in sofferenza: è il quadro, desolante, della grave siccità che sta strozzando diverse regioni italiane. Fra queste l’Emilia Romagna, dove a destare apprensione è ora la risalita del cuneo salino, ovvero l’avanzamento dell’acqua di mare nel delta di acqua dolce del Po: una cavalcata inesorabile, che minaccia di contaminare le falde sotterranee e rendere così inutilizzabile per l’irrigazione la poca acqua ancora disponibile. A rischio anche il Canale emiliano romagnolo e, più in generale, la tenuta degli habitat naturali e la biodiversità.

Dell’emergenza in corso – e delle possibili soluzioni da mettere in campo per affrontarla – si è parlato sia ieri pomeriggio, in una cabina di regia convocata dal presidente Stefano Bonaccini a Bologna; sia lunedì, a Forlì, in occasione di un incontro tra il sindaco Gian Luca Zattini e le tre associazioni di categoria (Coldiretti, Cia e Confagricoltura). L’incontro verteva principalmente sulla crisi dovuta alla mancanza di braccianti stagionali, che rischia di compromettere il raccolto estivo nelle campagne forlivesi e cesenati, ma ha dato voce anche alle preoccupazioni derivanti dal cambiamento climatico. A fronte della crisi idrica, la proposta delle associazioni, condivisa dal sindaco Zattini, è stata di progettare immediatamente nuovi bacini per la raccolta dell’acqua piovana, divenuta ormai un bene sempre più raro e prezioso. Il modello della diga di Ridracoli che fa scuola, insomma. Tutto questo mentre – ha fatto sapere in una nota stampa il sottosegretario alle Politiche agricole, Gianmarco Centinaio - il governo è al lavoro, proprio in queste ore, su un decreto per aiutare le regioni e i territori maggiormente in difficoltà.

"Si tratta di calamità sempre più ricorrenti, con un costo negli ultimi 10 anni che supera i 10 miliardi di euro", precisa il presidente di Coldiretti Forlì-Cesena Massimiliano Bernabini. "L’Italia ha bisogno di nuovi invasi a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola che, in presenza di acqua a sufficienza, potrebbe moltiplicare la propria capacità produttiva".

All’incontro di lunedì scorso a Forlì ha partecipato anche Andrea Ferrini, vice presidente di Coldiretti Forlì-Cesena e presidente di Condifesa Romagna, consorzio nato per difendere le aziende agricole, tra l’altro, dalle avversità atmosferiche. "Se l’ondata di calore continuerà", ha dichiarato, "l’impatto delle alte temperature, unite al vento caldo e secco, potrebbe essere devastante per le nostre colture. Tra due settimane i vigneti delle nostre colline potrebbero già andare in sofferenza, con appassimenti precoci e calo delle rese".

" La frutta, risparmiata quest’anno dalle gelate primaverili – riprende il vicepresidente di Coldiretti Forlì-Cesena – , sta maturando troppo rapidamente. Anche i raccolti di grano e cereali potrebbero subire un calo di rese. Occorre intervenire subito e, nel lungo periodo, bisognerà rivedere le colture, introducendo varietà più resistenti alla siccità. Inoltre, è tempo di installare su larga scala sistemi di irrigazione ‘smart’, sotterranei e a stretto contatto con le radici: impediscono l’evaporazione e il conseguente spreco d’acqua".