Paolo Rossi sotto le stelle con ’Pane o Libertà’

Lo spettacolo dell’attore questa sera al Chiostro di San Francesco con musiche dal vivo e una continua improvvisazione coinvolgente

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di Raffaella Candoli

Seconda serata, questa sera alle 21.30, al chiostro di San Francesco, del ’Bonci sotto le stelle’, a cura di Emilia Romagna Teatro Ert, nell’ambito di Che spettacolo! L’estate a Cesena. Sul palco arriva l’attore Paolo Rossi, con il suo nuovo show ’Pane o Libertà - Per un futuro immenso repertorio’. Musiche dal vivo di Emanuele Dell’aquila, Alex Orciari e Stefano Bembi. Rossi è un comico sui generis, intrattenitore sagace, irriverente, mai banale. Un maturo giamburrasca che in questo ultimo lavoro - teatro nel teatro - guarda con tenerezza, su uno schermo (unico elemento scenografico), al se stesso di tanti anni fa e con la sua parlata lenta e strascicata, lascia cadere, come per caso, battute ficcanti.

Paolo Rossi, Pane o libertà, un dilemma che diverse popolazioni nel mondo si trovano ad affrontare...

"Sempre, l’umanità si trova ad affrontare delle scelte, da quella drammatica della guerra, ai bivi della quotidianità. Eppure, non è semplice, la vita non è un sistema binario, un algoritmo al quale rispondere sì o no".

Ci sono opzioni che ha dovuto affrontare suo malgrado?

"Eccome, rispetto ad una politica scorretta che impone il pensiero unico, per esempio. La scelta di stare dentro o fuori dal coro si paga a prezzi piuttosto alti, nel mio caso con l’emarginazione, l’interpretazione tendenziosa, il fraintendimento". Quando ha pensato al titolo, a cosa alludeva?

"Intanto dico che lo spettacolo, nato durante il lockdown, è un canovaccio in continua evoluzione. Chi lo vede a Cesena e incontra uno che l’ha visto su un altro palco rischia di dire che è tutto un altro spettacolo. Si modifica con alte dosi di improvvisazione. Pensavo a una miriade di storie che aiutano a resistere, ai tanti modi di fare teatro, alla ricchezza del quotidiano, al Teatro di rianimazione. Comunque a un teatro come genere di conforto e di domande".

È vero che è un dialogo col pubblico che può fare domande senza timore reverenziale?

"Io la quarta parete l’ho proprio disintegrata. Lancio frecce al pubblico, cerco di attirarlo con un incantesimo in modo che anche gli spettatori siano con me sul palco. Ci sono attori che odiano il pubblico, lo tengono lontano. Non gli sono riconoscenti. Io ne ho considerazione, attenzione. Il pubblico è ognuna di quelle persone che con ogni tempo atmosferico decide di uscire di casa, percorrere un tragitto, paga un biglietto. Non c’è teatro senza spettatori".

Qual è la funzione dell’accompagnamento musicale?

"I musicisti sono gli antichi musici che accompagnavano i Contastorie. Insieme siamo saltimbanchi, una pattuglia acrobatica, una coinvolgente jam session".