Pensiamo a non cedere produzioni

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Simone

Arminio

Di cosa abbiamo paura: che la Cina rubi i nostri gioielli o che produca altrove i nostri prodotti Made in Italy? Perché se la paura è la prima, allora lo spauracchio di Fosun Fashion Group, il nuovo proprietario della Sergio Rossi spa, potrebbe essere lecito. Ma dovrebbe prima confrontarsi col fatto che la finanza cinese, ormai da tempo, fa affari nei mercati occidentali. Mercati intesi come Borse e non come quel luogo fisico dove comprare i prodotti locali direttamente dal prouttore. Perché la Sergio Rossi – chiariamolo, anche se in teoria sarebbe superfluo – non è più da tempo un’azienda a conduzione familiare. Era già sul mercato finaziario da tempo, posseduta attraverso una holding dal fondo di speculazione Investindustrial. Una realtà italiana, è vero, che però per mestiere acquista le aziende, investe per far guadagnare loro valore sul mercato e poi qualche anno dopo le rivende. Un fondo serio, è vero, che in passato ha avuto altri gioielli come Ducati. Ma perché un fondo d’investimenti italiano dovrebbe fare meno paura, a priori, di un gruppo industriale cinese che si occupa da 30 anni di alta moda e calzature, ambito peculiare della Sergio Rossi?

Se invece il rischio paventato è il secondo, ovvero che i gioielli del Made in Italy finiscano per essere prodotti altrove, allora oltre che a vigilare, doverosamente, che le scarpe Sergio Rossi continueranno prodotte e pensate a San Mauro, dovremmo preoccuparci anche di tutto ciò che producevamo qui e che da tempo invece abbiamo delegato altrove, perdendo posti di lavoro. La lista, purtroppo, è infinita. Va dai telai delle biciclette, al grano, ai semilavorati di metallo, per finire a un mucchio di altre cose. Che alcuni paesi esteri producono a costi minori dei nostri e noi compriamo senza troppe remore e assembliamo, per poi appiccicarci l’adesivo tricolore. Con insoddisfazione soprattutto degli acquirenti cinesi, amanti del Made in Italy più di noi, e più di noi attenti alla sua piena originalità. Fossero prodotte a Shanghai le scarpe Sergio Rossi, per dire, sarebbero i primi a non volerle.