FILIPPO ALETTI
Cronaca

"Porto in scena la mia satira involontaria"

Domani sera a Villa Torlonia il comico Alessandro Gori, in arte Sgargabonzi, con il ‘Leprecauni show’

Il comico Alessandro Gori

Il comico Alessandro Gori

Vincitore del premio Premio della Satira, blogger, scrittore, uno dei comici emergenti migliori in circolazione, nascosto dietro una maschera, tagliente. È tante cose lo Sgargabonzi, nome d’arte di Alessandro Gori, che domenica insieme a Roberto Mercadini porterà sul palco di Villa Torlonia Teatro di San Mauro Pascoli il ‘Leprecauni show’. Lo spettacolo fa parte della rassegna ‘Digitali purpurei’ ed è organizzato dall’associazione Sillaba. I biglietti sono disponibili sul sito di Liveticket.

Sgargabonzi, come nasce lo spettacolo?

"Due anni fa ho vinto il Premio della Satira a Forte dei Marmi, senza aver mai fatto satira, almeno non volontariamente. Quindi ho scritto il mio primo spettacolo satirico per meritarmelo retroattivamente".

Cosa farà sul palco?

"Monologhi, improvvisazioni e, probabilmente, una torta salata".

Come mai ha scelto proprio i Leprecauni?

"Sono gnomi della tradizione irlandese e insieme i demoni minori del nostro contemporaneo, che io passo in rassegna e mi attardo a prendere a schicchere come briciole da un tavolaccio".

Che rapporto ha con Roberto Mercadini?

"Mi piace il suo stile molto riconoscibile e il suo allure da mistico. Dico sempre che è così che dovrebbero essere i comici: non delle macchine per il solletico ma dei moderni mistici. Quest’estate ci siamo conosciuti a Milano Marittima, davanti a due fette d’anguria ghiacciata, come Tesla ed Edison".

Influenze che hanno segnato la sua ironia?

"Gli Squallor e Renato Pozzetto le uniche mie comete comiche. Per il resto non sono mai stato un appassionato di comicità da palco. Ho imparato più dai giochi da tavolo di Reiner Knizia".

Qualcuno se l’è mai presa per i suoi sketch?

"Più di uno. Sono anche finito in tribunale, fortunatamente assolto con formula piena".

Secondo lei è davvero così difficile fare ironia oggi?

"È un problema che non mi sono mai posto. Io faccio l’unica cosa che so fare, racconto il mio diorama, ribalto i miei meandri, faccio cozzare ingredienti apparentemente inconciliabili e vedo che storia sbrodola fuori. L’ironia è un po’ la fissa dei comici in ginocchio davanti al pubblico".

Come ha iniziato la sua carriera?

"Come blogger e poi scrittore, che è tutt’oggi la mia attività principale. Nel 2013 uscì il mio primo libro ‘Le avventure di Gunther Brodolini’ e, nelle presentazioni, veniva a vedermi molta gente anche da fuori perché seguiva il mio blog. Fu una piacevole sorpresa. Da lì i locali iniziarono a chiamarmi per chiedermi uno spettacolo. E sì che mi ero laureato in Psicologia".

Come nasce il suo nome di scena?

"Lo Sgargabonzi è una carta del Mercante in Fiera di Jacovitti. Una macchina dadaista che produce lavoro inutile. L’inutile, il tempo perso e il piacere sono sempre stati la mia priorità, quindi mi ci riconosco in pieno".