LUCA RAVAGLIA
Cronaca

Prof cesenate a Valencia: "Sommersi dal fango"

La drammatica testimonianza di Margherita Zoffoli: "La mia scuola è irraggiungibile. L’allarme delle autorità è arrivato dopo la bufera" .

La drammatica testimonianza di Margherita Zoffoli: "La mia scuola è irraggiungibile. L’allarme delle autorità è arrivato dopo la bufera" .

La drammatica testimonianza di Margherita Zoffoli: "La mia scuola è irraggiungibile. L’allarme delle autorità è arrivato dopo la bufera" .

Mentre martedì pomeriggio su Valencia infuriava l’ondata di maltempo che ha causato la devastazione alla quale il mondo intero guarda con apprensione, la trentenne cesenate Margherita Zoffoli assisteva alla devastazione in presa diretta, dalle finestre della scuola elementare nella quale sta insegnando in questi mesi.

Margherita Zoffoli, è al sicuro ora?

"Sì, fortunatamente. Abito nel centro di Valencia, dove il maltempo si è fatto sentire in maniera meno pesante. Si sta cercando di ritornare alla normalità, i negozi stanno riaprendo e in strada il movimento è costante. Purtroppo però basta spostarsi di pochi chilometri per imbattersi in un contesto totalmente diverso. La scuola nella quale lavoro è a Paterna, ancora in pratica irraggiungibile per via dei fiumi d’acqua che si sono riversati sulle autostrade, nella rete della metropolitana e in generale lungo le vie di comunicazione. L’emergenza non è ancora finita, ma per fortuna dalle prossime ore le condizioni dovrebbero migliorare. Senza dimenticare che quando l’acqua se ne va, lascia il fango".

I cesenati lo ricordano bene. "Sono originaria di San Giorgio, durante l’alluvione del 2023 io e le mie amiche ci rimboccammo le maniche per andare a dare una mano. Vorrei fare qualcosa di concreto anche ora, ma le zone colpite sono appunto ancora irraggiungibili. Nel frattempo partecipo alle raccolte di cibo e aiuti che vengono organizzate in città".

Ha avuto paura?

"La mattina di martedì sono andata al lavoro come al solito. Pioveva forte e nella metropolitana tante persone parlavano con preoccupazione dei possibili sviluppi. A livello istituzionale non era però ancora stato diramato nessun allarme. Arrivata a scuola (insegno in una elementare che adotta il metodo Montessori, tenendo le mie lezioni in inglese) col passare delle ore ho visto il quadro precipitare. I genitori hanno cominciato a venire a riprendere i figli, mentre noi dalle finestre vedevamo gli alberi piegarsi. I mezzi pubblici sono diventati inutilizzabili e così chi tra i colleghi era venuto in auto si è offerto di accompagnare gli altri a casa, me compresa. Era un inferno: l’automobile, anche da ferma, era totalmente in balia del vento, l’ennesima minaccia piombata sulla città dopo due giorni e una notte di pioggia incessante. Sono arrivata a casa stravolta. Alle 20 è arrivato il messaggio che annunciava la situazione di emergenza. Me ne ero già accorta da sola".

Come si è riorganizzata?

"La scuola resterà chiusa fino a lunedì, si invitano a limitare al massimo gli spostamenti non necessari e io mi adeguo, lavorando da casa. Senza smettere di guardare fuori dalla finestra".