ERMANNO PASOLINI
Cronaca

Quando i marchigiani ’invasero’ San Mauro

Sabato a Villa Torlonia presentato il libro che ricorda la migrazione dall’entroterra ascolano: la testimonianza della sindaca Garbuglia.

Quando i marchigiani ’invasero’ San Mauro

Quando i marchigiani ’invasero’ San Mauro

Presentato a Villa Torlonia a San Mauro Pascoli il libro di Pietroneno Capitani "Bussavamo con i piedi, appunti e immagini di una migrazione. Dall’entroterra ascolano verso la Romagna e la Toscana". La prefazione è stata curata da Sergio Zavoli. La presentazione è stata fatta dalla sindaca Luciana Garbuglia, con origini marchigiane con i genitori di Civitanova Marche, anche se lei è nata a San Mauro Pascoli. Ha detto in apertura: "La migrazione dei marchigiani a San Mauro Pascoli è stata molto importante. Ho avuto la fortuna di avere qua mia nonna marchigiana che mi ha tramandato la storia e le favole della sua terra. Un ricordo. C’era la neve e mia mamma Lisa andò a prendere il pane con un sacco come si usava fare nelle Marche. Quando tornò la vidi piangere, le chiesi il perchè e lei rispose che le avevano detto che era una marocchina. Però i tempi sono cambiati. Oggi non è più come allora, c’è stata una grande integrazione e infatti per quattro mandati avete eletto sindaca me, con origini marchigiane". Ha continuato Pietroneno Capitani: "Da diversi anni ormai avevo in mente di raccogliere le idee per cercare di capire i motivi per cui una parte rilevante di famiglie di una zona di Ascoli Pieceno, soprattutto dai comuni delle valli dell’Aso, del Tesino e del Tenna decidono di prendere le loro poche cose e se ne vanno in Romagna nei vari comuni compreso San Mauro Pascoli. Un fenomeno iniziato alla fine degli anni ‘40 e proseguito, più massicciamente dai primi anni ‘60 fino alla fine degli anni ‘70. Oggi la comunità marchigiana a San Mauro Pascoli conta 143 persone nate ad Ascoli e 14 della provincia di Macerata che, sommati a quelli che non ci sono più, sono circa 480 i marchigiani che hanno abitato a San Mauro".

Miro Gori nella presentazione del libro ha lodato il lavoro e l’opera dei marchigiani con la coltivazione della terra, il lavoro in fabbrica, nelle scarpe. Nadia Rossi, di origini marchigiane, è presidente della "Associazione marchigiani in Romagna" e consigliera regionale: "Io sono nata a Rimini con i miei genitori di origini ascolane. In casa mia si è sempre parlato e si parla tutt’ora dialetto marchigiano. Quella della mia famiglia, come quella di tutti i marchigiani arrivati in Romagna è una storia contadina povera che a me ha insegnato molto. Con questa associazione di marchigiani in Romagna l’obiettivo è fare conoscere le nostre radici e tradizioni, perchè nessuno di noi decide dove nascere. Ma la possibilità della ricerca di una vita migliore è nel dna di tutti come hanno fatto i nostri nonni prima e dopo le due guerre mondiali che emigrarono, come accade oggi per tanti popoli". Poi per tutti aperitivo tradizionale marchigianmo con olive ascolane, ciauscolo e galatina.