"Radiocollare sui lupi, sapremo come assalgono"

Parco Nazionale e Università di Sassari hanno avviato un monitoraggio applicando il dispositivo. Il presidente: "Miriamo a tutelare gli allevamenti"

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La cura del lupo. Un’attenzione particolare alla vita del grande predatore, è al centro di un progetto con l’Università di Sassari. per conoscere, ancora più a fondo, il re delle foreste del crinale tosco romagnolo, che abita con alcune decine di esemplari (di certo sono più di cinquanta) l’area protetta del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesie ridurre il suo impatto sulle attività dell’uomo. Vi fa parte anche il territorio a sud ovest di Bagno di Romagna, che contiene anche la riserva naturale Integrale di Sasso Fratino).

Il progetto è incentrato sulla telemetria satellitare, tecnologia che permette l’acquisizione di informazioni sul comportamento spaziale degli animali mediante l’apposizione di un radiocollare a fini conservativi e gestionali. Vi cooperano il Parco nazionale e il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari.

"Gli obiettivi principali dell’iniziativa – sottolinea il presidente del Parco Luca Santini – sono di valutare l’impatto sugli ungulati selvatici. Nel Parco Nazionale sono state censite cinque specie: caprioli, cervi, cinghiali, daini, mufloni. Inoltre si vuole monitorare i tentativi di predazione sugli allevamenti e registrare le interazioni con i cani da guardianìa presenti. I dati registrati dai radiocollari permetteranno anche di stimare le dimensioni degli spazi vitali, eventuali eventi di dispersione, ritmi di attività, scelta dei luoghi di riproduzione, relazioni territoriali tra branchi vicini".

I primi due lupi dotati di radiocollare sono stati ribattezzati ‘Dorino’ e "Asqua", maschio e una femmina, entrambi adulti, di due differenti branchi di lupi.