"Rincari, il caffè dovrebbe costare 3 euro"

Confesercenti lancia la provocazione: "Bar e ristoranti hanno assorbito gli aumenti delle bollette senza scaricarli sui clienti"

Migration

di Luca Ravaglia

Un aiuto a bar e ristoranti alle prese con l’esplosione dei costi delle bollette. Però l’estensione del credito i d’imposta del 30% sulla fetta relativa alla sola fornitura di energia, più che come una bombola d’ossigeno per affrontare le profondità oscure del mare della crisi, sembra più una boccata d’aria in attesa di tornare in apnea. Le associazioni di categoria cesenati restano alla finestra in attesa di ulteriori sviluppi sul fronte governativo e intanto fanno conti ancora impossibili da quadrare. "Bisogna essere chiari – è l’analisi di Angelo Spanò, responsabile regionale di Confesercenti Energia e Ambiente - questo problema non è né territoriale, né nazionale, ma globale. Il costo dell’energia è esploso e tutti ne stanno pagando le conseguenze in maniera drammatica. Questo però non significa rassegnarsi e aspettare, sia perché il tempo a disposizione è davvero poco, sia perché una soluzione va comunque trovata. Subito. Numeri alla mano, per quanto riguarda il costo del gas, siamo passati da 20 euro al megawattora, agli attuali 254: dieci volte in più. Se il Governo non fosse già intervenuto sui costi accessori, ora le bollette non sarebbero triplicate o quadruplicate, ma l’ordine di grandezza sarebbe ancora più ampio. A vantaggio dell’impresa c’è anche il fatto che l’iva al 22% può essere recuperata, ma in ogni caso quanto fatto di certo non basta: anche con il riconoscimento di questo credito di imposta, il beneficio reale per un esercente nell’arco di un anno è sull’ordine di una bolletta, una bolletta mezzo, mentre il grosso della fetta resta ancora da pagare. E’ ancora troppo poco, perché è evidente che chi si trova a dover sborsare ogni volta oltre 10.000 euro, ha bisogno di sostegno immediato, altrimenti non resiste. A maggior ragione in questo contesto, credo che i nostri operatori debbano ricevere un particolare plauso, perché ad ora si sono assorbiti praticamente tutti gli aumenti di costi, limitando al massimo i ritocchi. Si fossero adeguati in proporzione ora, un caffè dovrebbe costare almeno tre euro".

A rilanciare il tema c’è anche il presidente di Confcommercio Cesenate Augusto Patrignani: "L’estensione del credito d’imposta alle imprese non energivore – commenta - è un primo fondamentale passo per affrontare nell’immediato l’emergenza che stiamo vivendo, ma è drammaticamente non sufficiente. Innanzitutto perché per riceverlo occorre essere in grado di pagare le bollette e questo ora non tutti posso permetterselo con i rincari che ci sono stati. Molto meglio sarebbe intervenire subito su tutti gli oneri di sistema azzerandoli e prevedendo misure eccezionali come il tetto del gas, per far fronte alle spese delle aziende. Inoltre se chiudono le imprese, il territorio è il primo a perdere. Ci auguriamo che le istituzioni pubbliche a tutti i livelli - dal Governo ai Comuni - si sentano chiamati a dare una risposta immediata alle aziende che stanno affrontando questo problema. Sta diventando un’emergenza di comunità".