Sarà ultimata entro il 15 luglio 2026 la nuova cassa di laminazione delle piene del Rio Marano. Lo ha annunciato ieri l’assessore Castorri rispondendo a un’interpellanza di Vittorio Valletta (M5S). Castorri ha aggiornato il consiglio comunale sulla situazione dei lavori partiti con la consegna il 10 febbraio scorso dal Consorzio di Bonifica della Romagna alla ditta esecutrice che è già al lavoro. Il cantiere avrà una durata di 520 giorni. "Considerata la natura del finanziamento assegnato al Consorzio di Bonifica – prosegue l’assessore Castorri – gli interventi possono essere esclusivamente di natura idraulica al fine di tutelare e preservare la pubblica e privata incolumità. Le aree interessate dalla realizzazione delle opere sono state espropriate e iscritte al demanio pubblico dello Stato". In relazione alla sistemazione a verde dell’area invece, il progetto è stato predisposto in modo da rendere possibile la futura realizzazione da parte del Comune in una specifica porzione, previa concessione e autorizzazione.
"Ad oggi però – continua l’Assessore – tali opere non sono progettate e neppure finanziate (fatta eccezione sulla possibilità di dedicare 20 mila euro del finanziamento assegnato all’opera). Va detto tuttavia che il Consorzio di Bonifica, proprietario e gestore della vasca, ci ha assicurato massima collaborazione e supporto per le eventuali richieste che avanzeremo anche a seguito del periodo partecipato a cui lavoreremo. Data la vicinanza dell’opera con la città e viste le richieste del Quartiere, la proposta progettuale è idonea a un futuro utilizzo della cassa di espansione anche come area verde attrezzata a parco urbano pubblico, con piantumazioni, arredi e percorsi ciclopedonali creando un collegamento tra le zone ricreative vicine e la vallata del Rio Marano".
La collocazione prescelta per la cassa è immediatamente a sud della via Emilia, in destra idraulica del Rio Marano, a monte del ponte della via Emilia, che costituisce una strozzatura ineliminabile. Il volume utile è di circa 187.000 metri cubi su di un’area occupata di circa 9 ettari, permette la laminazione della portata di piena 200ennale per 10 ore di durata dell’evento, senza il contemporaneo svuotamento verso i recettori di scarico.
Una nota del Comune spiega che dall’analisi degli eventi naturali passati, il Rio Marano è a rischio esondazione in particolare con piogge violente, intense ed improvvise, che si trasformano in deflussi significativi a causa delle pendenze e dell’antropizzazione del terreno. Un ruolo negativo è svolto dalle sezioni ostruite dai ponti. Dunque l’opera svolge il compito di alleggerire il carico idraulico che arriva da monte. Con questa vasca dunque si crea un invaso in grado di raccogliere parte delle acque. In più, attraverso la movimentazione degli scarichi si potrà decidere come svuotare l’invaso in funzione di cosa succede a valle: sarà possibile scaricare nel Rio Marano, nel Marzolino I e, a sua volta, nel Pisciatello.