
Berardi pesca in area Laurienté che va a segno: è iI vantaggio neroverde che taglia le gambe ai bianconeri (Foto Ravaglia)
CESENA
0
SASSUOLO
2
CESENA (3-5-2): Klinsmann; Mangraviti, Prestia (1’ st Adamo), Piacentini; Ceesay (17’ st Russo), Saric (31’ st Bastoni), Calò, Francesconi (1’ st Tavsan), Celia; La Gumina (17 ‘st Antonucci), Shpendi. A disp.: Pisseri, Siano, Mendicino, Donnarumma, Berti, Manetti, Pitti. All.: Mignani.
SASSUOLO (4-3-3): Satalino; Tolja, Romagna, Muharemovic, Pieragnolo (17’ st Doig); Iannoni, Obiang (27’ st Mazzitelli), Ghion (37’ st Lipani); Berardi, Moro (27’ st Skjellerup), Laurienté (28’ st Pierini). A disp.: Moldovan, Volpato, Mulattieri, Paz, Lovato, Odenthal, Verdi. All.: Grosso.
Arbitro: Tremolada di Monza.
Reti: 24’ pt e 8’ st Laurienté.
Note: spettatori 12.374; angoli 8-3; recupero 1’ e 3’; ammoniti Francesconi e Adamo per il Cesena.
Cesena troppo morbido per poter pensare di fare male ad una corazzata, quella emiliana, bella e tonica, nonostante il biglietto per la A già in tasca. I bianconeri perdono la partita e l’occasione per rientrare nel recinto playoff: bastava un punto per risedersi sull’ottava poltrona in solitaria, approfittando della sconfitta interna del Bari nello scontro diretto contro il Modena. La corsa all’extra time promozione ora si complica con lo stesso Modena salito a quota 44, ma in vantaggio sul Cavalluccio per la differenza reti, e con la Carrarese rientrata nel lotto delle pretendenti dopo la vittoria sulla Sampdoria. Troppo Sassuolo, dicevamo, per un Cavalluccio più lento di testa e di gambe. Gli emiliani hanno dimostrato di avere un organico già pronto per la massima serie e soprattutto posseggono un’arma letale che risponde al nome di Armand Laurienté, imprendibile e autore dei due gol partita. Potevano essere di più se l’ottimo Klinsmann non ci avesse messo più di una volta una pezza.
Il Cesena ha perso la contesa soprattutto a centrocampo dove ai rapidi fraseggi di Obiang, Pieragnolo e Iannoni non ha saputo contrapporre altrettanta tecnica e vivacità. Il solo Saric è apparso in grado di possedere il passo degli avversari. Mignani aveva anche messo in campo subito due punte di ruolo, Shpendi e La Gumina, per cercare di forzare lo scrigno neroverde. Dietro invece forfait pesante, all’ultimo, di Andrea Ciofi, fermato da un affaticamento ai flessori, al suo posto Piacentini. Fascia destra affidata a Ceesay. Grosso in campo invece con il suo consueto 4-3-3 con davanti Moro a fare da vertice e al suo fianco Berardi e Luarienté. Sono proprio i due esterni ad iniziare sin da subito a punzecchiare la retroguardia bianconera salvata nei primi due affondi dalla prontezza di Klinsmann. Al decimo, un doppio intervento del numero uno bianconero nega la rete prima a Laurienté, poi a Berardi. Gol però solo rimandato: al 24’ Berardi pesca in area Laurienté, dimenticato da Francesconi, lesto a mettere dentro da pochi passi il suo sedicesimo centro stagionale.
La reazione bianconera assente o quasi. Laurienté, sempre lui, impegna Klinsmann con un rasoterra, mentre un’accelerata di Shpendi e un tiro da dentro l’area di La Gumina, entrambe stoppate da Muharemovic, sono le uniche fiammate bianconere prima del riposo. Nella ripresa fuori Prestia, protagonista di un battibecco con Klinsmann prima di entrare nel tunnel, e Francesconi, dentro Adamo e Tavsan, lo schema diventa un 4-4-2 ma il copione non cambia. Nei primissimi minuti si ripropone il duello Klinsmann-Laurienté con il portiere tedesco che respinge. E’ la prova generale del raddoppio che arriva all’8’: passaggio filtrante di Muharemovic e diagonale che non lascia scampo al numero uno.
Andrea Baraghini