Scarpe da vip, da San Mauro al jet set internazionale

Modelli di culto dei nostri artigiani indossati da cantanti e attrici

Amal Clooney, Beyoncé, Ferragni, Cecilia Rodriguez e Moser

Amal Clooney, Beyoncé, Ferragni, Cecilia Rodriguez e Moser

San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena), 18 agosto 2019 - Eleganza, cura del dettaglio e rispetto per la tradizione, senza però trascurare le sfide lanciate dalla rivoluzione digitale e dalla competizione globale. Sono le peculiarità che rendono le calzature (foto) prodotte nel distretto di San Mauro Pascoli uno dei fiori all’occhiello del lusso Made in Italy, nonché il simbolo di quella grazia che tutto il mondo ci invidia. Ecco perché le celebrities della moda, della musica e del cinema continuano a preferire i marchi del distretto romagnolo per calcare i red carpet più prestigiosi: da Cara Delevigne a Kendall Jenner, da Lady Gaga a Jennifer Lopez, da Julia Roberts a Madonna, fino alle «nostrane» Chiara Ferragni e Alessandra Amoroso, sono tante le dive immortalate con indosso creazioni delle aziende sammauresi. Comincia, dunque, dal cuore della Romagna il viaggio nella bellezza e nel «saper fare» tipicamente italiani.

Se si ripercorrono le origini delle aziende del distretto, si scopre che sono tutte accomunate da storie avvincenti: storie di laboriosità, perizia artigiana e, soprattutto, di una capacità «visionaria» di guardare al futuro e cogliere il proprio potenziale nel mercato del lusso. È così per la famiglia Baldinini, che muove i primi passi nel settore della calzatura nel 1910; è così per Quinto e Flora Casadei, che nel 1958 creano la prima collezione di sandali, destinata ai turisti che iniziano a frequentare i lidi della Riviera. Sono gli anni di Lalla e Palooza, i delfini «promessi sposi» di Cesenatico, gli anni del boom economico e di un ottimismo gaudente che, a poco a poco, si allarga a tutta la penisola, dopo le asperità dell’immediato dopoguerra. È così per Sergio Rossi che, negli anni Cinquanta, eredita dal padre il laboratorio artigianale e fonda un marchio destinato al successo; è così per Pollini, che avvia l’attività nel 1953. Ma anche le vicende più recenti – dal brand Giuseppe Zanotti, nato nel 1995, a Gianvito Rossi (figlio di Sergio), che dà vita alla sua griffe nel 2006, fino ad Alevì, startup fondata nel 2018 dalle giovani Perla Alessandri e Valentina Micchetti – dimostrano quanto sia importante coniugare qualità ed eccellenza con la capacità di leggere il presente e interpretare il futuro.

Migration

Il dettaglio che, nel tempo, ha fatto sì che questi nomi entrassero di diritto nell’immaginario dorato del fashion system è, infatti, la sapiente comunicazione: le superstar si fanno fotografare con le creazioni del distretto sammaurese ai piedi e la loro scelta viene replicata all’istante, grazie ai social network, su milioni di schermi in tutto il mondo, amplificando a dismisura la presenza globale e l’appeal di questi preziosi manufatti. Ecco perché, se oggi si parla di «pump» (le calzature col tacco senza allacciatura) non si può non pensare alle creazioni in plexiglass di Gianvito Rossi; se si parla di sandali-gioiello, viene subito in mente Giuseppe Zanotti; lo «stivale over-the-knee» (sopra il ginocchio) è il must-have di Sergio Rossi e l’intramontabile «clog» (sabot con il tacco) deve la sua nascita a Gimmi Baldinini, che firmò il primo modello nel 1974.

Una storia gloriosa, certo, ma destinata a continuare: lo dimostrano le tante copertine dei magazine di moda, le foto patinate dei red carpet e le strade delle grandi città del mondo. Una conferma della versatilità delle calzature sammauresi: classici senza tempo, che sanno parlare alle donne di oggi come a quelle di sessant’anni fa e non si lasciano scalfire dalle tendenze del momento.