VALENTINA PAIANO
Cronaca

Scuole superiori, boom di sostegni: "I detonatori? Covid e alluvione"

La neuropsichiatra: "In crescita i giovani con problematiche comportamentali. Cala l’età dell’anoressia"

Scuole superiori, boom di sostegni: "I detonatori? Covid e alluvione"

La neuropsichiatra: "In crescita i giovani con problematiche comportamentali. Cala l’età dell’anoressia"

Negli ultimi anni, il tema dell’inclusione scolastica è diventato sempre più centrale, soprattutto per quanto riguarda il sostegno agli studenti con bisogni educativi speciali. Secondo gli ultimi dati, a Forlì il numero di insegnanti di sostegno è aumentato, con una crescita significativa, soprattutto nelle scuole superiori. Alexander Fiorentini, segretario generale della Cgil Flc (Federazione Lavoratori della Conoscenza) per la provincia di Forlì-Cesena, conferma questa tendenza: "L’incremento più rappresentativo l’abbiamo nei ragazzi più grandi, dove il numero di docenti di sostegno è passato da 75 nel 2022 a 191 in provincia nel 2024, includendo le riserve". Dunque più del doppio in due anni: è un aumento del 154%.

"Le scuole elementari e medie – riprende Fiorentini – hanno avuto un aumento meno significativo, parliamo di poche unità. L’infanzia, invece, va in controtendenza registrando una diminuzione di circa una decina di insegnanti". Il dato preoccupante è che non si ha ancora un quadro chiaro delle effettive necessità degli studenti per l’anno in corso: "Sono mesi che chiediamo all’Ufficio Scolastico Regionale i numeri delle iscrizioni per capire quanti alunni necessitano di sostegno ma non abbiamo ricevuto risposte. In generale, l’organico a disposizione degli istituti non è mai sufficiente a coprire i reali bisogni della popolazione scolastica. Il tema dell’inclusione e della precarietà sono criticità che affliggono il comparto scuola da molto tempo".

Il trend dell’aumento dei docenti di sostegno va di pari passo con la crescita delle diagnosi di disturbi legati all’età evolutiva. "Questo incremento quantitativo lo vediamo da almeno 15 anni – dichiara Mariella Allegretti, direttrice della Neuropsichiatria infantile di Forlì-Cesena, i cui uffici forlivesi sono in via Colombo –. Il Covid e altri cambiamenti socio-ambientali, come ad esempio l’alluvione, hanno fatto da detonatori portando alla luce criticità latenti. L’incremento delle diagnosi riguarda sia i bambini nella fascia 0-6 anni, sia gli adolescenti, con una caratteristica in comune: la disregolazione emotiva che si traduce in problematiche comportamentali".

I dati parlano chiaro: "Nel 2021 i pazienti, tra bambini e adolescenti, erano 3.169, mentre solo nel primo semestre del 2024 se ne contano già 2.800". Si tratta degli utenti – nuovi o di lunga data – che nel corso dell’anno sono stati seguiti dalla Neuropsichiatria infantile in una delle varie sfaccettature del servizio. Alcuni hanno il sostegno a scuola, altri no. "Negli ultimi anni, sono aumentate inoltre le patologie psichiatriche, come i disturbi del comportamento alimentare e l’autolesionismo. A Forlì, 230 bambini e adolescenti sono attualmente in cura per disturbi dello spettro autistico. Un altro dato preoccupante è l’abbassamento dell’età di insorgenza di disfunzioni come l’anoressia, che oggi colpisce le ragazzine già delle scuole medie".

Queste situazioni hanno portato, di conseguenza, a un incremento delle certificazioni per il sostegno. Tuttavia, vi sono molti bambini con bisogni educativi speciali che non sono certificati e per i quali la scuola deve comunque trovare soluzioni, nonostante l’assenza di insegnanti dedicati. "Per affrontare in modo efficace questa crescita, è necessario sviluppare interventi psicoeducativi mirati che vanno portati avanti facendo rete. L’aumento delle certificazioni – conclude Allegretti – ci mostra che c’è più consapevolezza sulla salute mentale, ma bisogna prestare attenzione a non medicalizzare eccessivamente le situazioni".