REDAZIONE CESENA

Settembre 1943, tra euforia e disperazione

Le conseguenze dell’armistizio viste da Cesena: "Passano reparti di sbandati, è iniziato il depredamento delle caserme"

di Gabriele Papi

11 settembre, come oggi: ma del 1943, a Cesena. La memoria come abbecedario, mai inutile: e attingendo da diari, documenti e testimonianze di concittadini che quei giorni convulsi , preludio ai tempi più feroci della seconda guerra mondiale in casa nostra, li vissero in presa diretta, tramandandoceli. Antefatti: l’illusione e l’euforia che la guerra fosse finita, dopo l’8 settembre e l’ambiguo annuncio del maresciallo Badoglio dell’armistizio con gli Alleati ebbero breve durata. Dal diario di don Leo Bagnoli, 11 settembre 1943: "continua il passaggio dei soldati italiani in gran numero: interi reparti sbandati. Notizie sempre più confuse e arruffate. Anche a Cesena fra i militari qui di stanza la diserzione è generale, consenzienti gli ufficiali… E’ iniziato il sistematico depredamento delle caserme. Un avvilente spettacolo di saccheggio incontrollato, specialmente alle caserme Decio Raggi, Principe Amedeo di Savoia, Masini. A Cesena non c’è più nessuno che comandi". Ma i cesenati hanno fame: e il mercato nero infuria. Continua il diario: "i partiti cittadini appena abbozzati hanno formato una commissione per reggere la cosa pubblica. decidono alcune cose. La distribuzione del grano all’ammasso alla popolazione: 75 kg a persona, un quintale per gli operai, sotto sorveglianza dei carabinieri". Per un po’ si torna, finalmente, a mangiare pane bianco: prima era mischiato con il ‘formentone’. Anche la piadina era fatta con farina di granturco: ‘rusghèva’ (rosicchiava la gola) ma almeno, con radicchi conditi con l’aceto, riempiva lo stomaco. L’occupazione da parte delle truppe tedesche avvenne la notte del 12 settembre, preceduta nel pomeriggio dal lancio di volantini lanciati da aerei tedeschi che annunciavano la ricostituzione di un nuovo governo fascista appoggiato dai tedeschi: "la Patria è in pericolo. Il governo che avete avuto finora ha tradito l’Italia: ha capitolato senza condizioni… Proteggete le vostre donne da negri, ebrei e altri popoli ausiliari degli Alleati. Abbiate fiducia nel nuovo Governo". Ricominciava per Cesena, e per l’Italia, un calvario che durerà più di un anno. Guerra, bombe, la ferocia della Repubblica Sociale, la Resistenza, la guerra civile, l’arrivo degli Alleati, la Liberazione ( 24 ottobre 1944). Giorni tremendi, di lutto, di dolore e di risentimenti e rancori rimasti a covare sotto la cenere. Tra le fonti utili per chi volesse approfondire, senza paraocchi e senza reinvenzioni (quando la politica si traveste da storia), antefatti e sviluppi di quel cruciale passaggio della storia d’Italia, proponiamo un buon libro (volendo è in biblioteca) di quarant’anni fa ma lungimirante, scritto da Giorgio Bocca (1920- 2011). Bocca, uno dei migliori giornalisti italiani di ieri, in gioventù il partigiano lo fece davvero, ma restò sempre libero da sudditanze ideologiche di sorta. Titolo: Mussolini socialfascista’, sottotitolo ‘Il socialismo reale non è fascismo, ma come gli somiglia’. A buon intenditor, poche parole.