REDAZIONE CESENA

Sicurezza del Savio. C’è ancora molto da fare

Il punto sugli interventi in corso e quelli futuri da parte del Comune e della Protezione civile (con qualche protesta) al Quartiere Oltresavio .

Il tavolo dei relatori all’incontro sulla sicurezza del territorio al Quartiere Oltresavio

Il tavolo dei relatori all’incontro sulla sicurezza del territorio al Quartiere Oltresavio

Sono già passati venti mesi dall’alluvione che nel 2023 ha stravolto la Romagna causando 17 vittime, ma c’è ancora molto da fare per mettere in sicurezza il territorio dal rischio idrogeologico. I soldi ci sono per quasi tutti gli interventi necessari, anche grazie al Pnrr, ma non c’è tempo da perdere. E’ emerso dall’incontro che si è svolto lunedì sera nella sede del Quartiere Oltresavio, in piazza Anna Magnani.

A fare il punto c’erano il sindaco Enzo Lattuca, che ha tenuto banco come di consueto, il vicesindaco Christian Castorri, l’assessore all’Ambiente Andrea Bertani e i tecnici della Protezione civile regionale Sara Vannoni, Morena Battistini e Piero Tabellini.

In una girandola di milioni che spuntano come funghi grazie agli stanziamenti del Pnrr e a quelli statali della struttura guidata prima dal generale Francesco Paolo Figliuolo e ora da Fabrizio Curcio, è stato illustrato che gli interventi principali riguardano il fiume Savio con le casse di espansione a monte di Cesena, e le reti fognarie delle zone più soggette ad allagamenti: il ‘Campino’ dell’Oltresavio, l’ex Zuccherificio, l’Ippodromo, il tratto iniziale di via Roversano, via Cesare Battisti e aree adiacenti.

Ci sono state molte osservazioni sui lavori in corso per ripulire il letto e le sponde del Savio da una vegetazione che cresceva incontrollata da 20-30 anni: alcuni ambientalisti hanno contestato l’abbattimento della maggior parte degli alberi (in alcune zone di tutti), ma gli è stato risposto che vengono lasciati gli apparati radicali e quindi gli alberi ricresceranno. Contestato anche l’intervento per abbassare le golene da monte del Ponte Vecchio al Ponte della Ferrovia di uno spessore di 50-100 centimetri, per un totale di 75.000 metri cubi di terra (3-4000 camion), azione che dovrebbe portare all’abbassamento del livello dell’acqua da 20 a 50 centimetri in caso di piena.

Quanto alle casse di espansione, il Molino di Borello (300.000 metri cubi) è terminata, ma a maggio 2023 ha preso acqua dopo che il centro sportivo era stato sommerso; la Palazzina (600.000 metri cubi) non è ancora terminata, mentre Cà Bianchi (650.000 metri cubi) potrebbe essere ampliata a 800.000 metri cubi.

Paolo Morelli