Sindrome dello scaffale vuoto "Rifornimenti in arrivo"

La viabilità in tilt e l’accaparramento riducono la disponibilità di prodotti. Strutture dalla Gdo aperte eccetto il Lungosavio devastato dall’alluvione. .

Sindrome dello scaffale vuoto  "Rifornimenti in arrivo"

Sindrome dello scaffale vuoto "Rifornimenti in arrivo"

di Elide Giordani

Nella mattinata di ieri tanti banchi desolatamente vuoti nei supermercati cesenati delle più note catene di distribuzione. La gente, spingendo il carrello vuoto, chiede, si ferma allarmata davanti a quella mancanza così inconsueta e scuote la testa. Il personale cerca di rassicurare ma allarga le braccia: "Sono arrivati solo pochi bancali, aspettiamo di capire se riusciamo entro domani ad avere i prodotti più richiesti. Qualcosa sta arrivando, abbiate pazienza. Dobbiamo avere anche il tempo di allestire i banchi". Manca soprattutto frutta e verdura, piange il cesto dei kiwi e quello delle pere, per le mele manco a chiedere, di insalata ed altri prodotti freschi c’è giusto qualche confezione imbustata che viene prelevata al volo dal primo acquirente che arriva ad allungare la mano. Vana la richiesta di latticini come yogurt e panna, poi pane fresco, ma anche prodotti semilavorati come la pasta sfoglia, quella confezionata. Al momento alcuni supermercati del centro hanno dato fondo alle riserve di magazzino.

E scatta per molti consumatori la sindrome da accaparramento: carrelli stracarichi di tutto tanto che in alcuni punti vendita si è arrivati a contingentare il numero delle confezioni acquistabili, come è successo per le bottiglie dell’acqua in uno store della prima periferia. La produzione dei dintorni è in ginocchio e dunque non raccoglie e non consegna ma il problema è anche quello dei trasporti della merce che viene da tutta Italia bloccata dal territorio ferito dalle frane e dagli smottamenti, e poi ci sono ancora acqua e fango che rendono impossibili le consegne in tempi accettabili. Eccetto il supermercato Coop Lungosavio, su cui si è abbattuta una valanga d’acqua e fango, tutte le altre strutture della grande distribuzione, ubicate lontano dal Savio, sono aperte. Il furioso flusso che ha sommerso l’Ipercoop Lugosavio è documentato da decine di filmati amatoriali da brivido. Una piena rabbiosa che in poco tempo ha saturato il grande parcheggio interrato (solo un’auto, però, è rimasta incastrata, facendo temere che qualcuno potesse essere rimasto all’interno) ed è salita di 80 centimetri al piano terra dove si estende l’area distributiva, mandando in tilt i sistemi elettrici e dunque i frigoriferi con le merci deperibili. Ma neppure le altre derrate saranno rimaste indenni.

"Siamo appena potuti entrare attivando l’elettricità - dice Iolanda De Simone, direttrice Regionale di Coop Alleanza -, ma al momento non siamo in grado di prevedere una riapertura e neppure di quantificare i danni. Le idrovore stanno lavorando a pieno ritmo ed è ancora allerta rossa qui, come nell’altro nostro punto vendita di Lugo. Passerà ancora del tempo prima che si riesca a contabilizzare il danno". S’immagina una penalizzazione altissima. E’ a casa ad oggi la maggior parte dei 120 addetti, evacuati immediatamente allo scattare dell’allerta. Solo in minima parte sono stati dirottati a dare manforte ad altri punti vendita.

Ma fuori da questi tracciati c’è qualcosa di inconsueto: i piccoli negozi specializzati si stanno prendendo una rivincita sull’esecrata Gdo. Quello che non si trova nei punti della grande distribuzione è disponibile infatti dal verduraio della piazzetta e dal negozio specializzato dentro le mura. "Nessuno problema - dicono gagliardi - la nostra merce è movimentata da piccoli mezzi e per il momento ortofrutticoli, carne, uova, pane e pasta non mancano". Certo, le quantità sono più modeste e qualche riserva aiuta. Com’era prevedibile è, invece, dimezzata l’attività al mercato all’ingrosso di Cesena dove operano 14 operatori che movimentano merci dal tutta Italia e oltre. Ieri e il giorno precedente alcuni di loro sono però rimasti a casa benché smistino soprattutto prodotti che vengono da altre parti d’Italia. La produzione locale, da Ravenna al mare, è stata prevedibilmente assente.