di Elide Giordani
Un confronto da far perdere la bussola. L’anno scorso di questi tempi, con 949 nuovi contagi la settimana il nostro comprensorio caracollava a precipizio verso la zona gialla (ricordate? Divieto di spostamento tra comuni, cinema, bar ristoranti, teatri, trasporti pubblici preclusi a chi non aveva il green pass e altri complicai sbarramenti che abbiamo prontamente archiviato e dimenticato). Ieri il bollettino settimanale della Regione elencava, senza allarme o zone colorate all’orizzonte, che a Cesena e distretto i nuovi contagi nella settimana sono stati 811 (la settimana precedente erano 1.185). In tutta la regione il bollettino relativo alla settimana tra il 9 e il 15 del corrente mese dà conto di 16.023 casi (erano 23mila fino al 1°dicembre). Ma la pandemia è finita, così si dice. Il Covid è un buffetto, non più un pugno, soprattutto per chi ha diligentemente porto il braccio alle vaccinazioni. Come spiegare però i 100 morti (età media non riferita) elencati dal bollettino settimanale divulgato ieri dalla Regione? Ce ne sono ben 11 riferiti al nostro territorio provinciale (erano stati 14 tra Forlì e Cesena nella settimana tra il 13 e il 19 dicembre 2021). Ma c’è una differenza che se non rassicura del tutto però funziona da cartina di tornasole in merito all’effetto dei vaccini e alla resistenza ad una pandemia che, comunque sia, non ha lasciato il campo: quello dei ricoverati in terapia intensiva ("E’ da tempo che non vediamo quelle polmoniti interstiziali che evolvevano rapidamente verso esiti nefasti" dicono i sanitari). Al Bufalini ce ne sono 2. Sono 13 in tutta la Romagna (oltre ai 2 di Cesena, i 7 di Ravenna, i 3 di Rimini e l’1 di Forlì). Il 20 dicembre 2021 ce n’erano 26 in terapia intensiva e 58 in sub intensiva. E qui si potrebbe tirare un sospiro di sollievo, senza ignorare che in tutta la regione i ricoverati nei reparti ordinari sono comunque 1.789 (più 40 rispetto alla settimana precedente). Un altro dato significativo sulla gran massa dei 37mila positivi regionali al Covid e alle sue molteplici varianti è che 38 mila (il 90 per cento) non richiedono cure ospedaliere o risultano privi di sintomi. E’ in questo dato e nel numero dei ricoverati in terapia intensiva la diversa fisionomia attualizzata del maledetto covid. Con buona pace dell’intollerabile numero dei decessi che, secondo gli analisti e i sanitari, andrebbe diversificato tra chi muore con il Covid e chi decede a causa del Covid. E se i numeri sono necessari per stabilire come si muove il contagio tra noi sarebbe opportuno fornire dati più attinenti a questo proposito, così come sarebbe un’informazione necessaria elencare l’età dei deceduti correlati al virus.
E veniamo ai vaccini. Il bollettino regionale dice che l’anno scorso il 74% di chi era in terapia intensiva non era vaccinato o non aveva completato il ciclo delle tre o quattro dosi. Oggi la popolazione della regione è quasi completamente immunizzata e le varianti penetrano comunque ma con effetti più labili. Alle 14 di ieri erano state somministrate complessivamente 11.193.584 dosi; sul totale sono state 3.804.225 le persone over 12 che hanno completato il ciclo vaccinale, il 94,7 per cento.