
Enrico Castagnoli, consigliere comunale di area cattolica della lista ‘Cambiamo’, condivide la critica mossa dal consiglio diocesano sull’adesione del Comune alla rete Re.a.dy, volta a portare avanti una sorta di educazione alle differenze, anche sessuali, nelle scuole?
"Noi ritenevamo che il problema fosse proprio l’affiliazione alla rete stessa, non tanto la possibilità di confrontarci su questi temi".
La Diocesi mostra le sue perplessità proprio per i riflessi che deriverebbero da una teoria di gender trasmessa nelle scuole. Cosa ne pensa?
"La questione è molto più complessa, dipende da come si affronta il tema. La scuola è un luogo dove convivono tante dimensioni, come quelle degli insegnanti e del personale scolastico ma anche della famiglia. Quando si affrontano certi temi è sempre auspicabile un’alleanza e un consenso informato dei genitori. Un conto è affrontare a scuola la questione delle intolleranze attraverso il dialogo e il confronto reciproco e un conto è dire ai ragazzi che possono essere di un tal genere o di un genere ‘neutro’ in base alla loro percezione e piacimento".
Dunque appoggia la visione del consiglio diocesano?
"Il mio percorso da politico cattolico è abbastanza trasparente. Ma penso che il documento della diocesi imponga un riflessione importante e trasversale indipendentemente dalla politica e auspico che questa rilevanza venga accolta. In altri paesi dove da anni si portano avanti questioni politiche di genere si sono verificati episodi molto spiacevoli, come è successo all’autrice di Harry Potter che per avere espresso un parere sul concetto di genere è diventata oggetto di minacce".
a.s.