Non si è esaurita la vicenda delle Terme Sant’Agnese di Bagno di Romagna, stabilimento curativo e albergo controllato col 68% delle quote sociali dal Comune di Bagno di Romagna che ne ha affidato la gestione a un consiglio d’amministrazione presieduto da Enrico Camillini, affiancato dai consiglieri Luca Betti e Alessia Rossi; in consiglio ha dato le dimissioni, come da prassi, il giorno dopo l’elezione del sindaco Enrico Spighi, espressione della lista Visione Comune in continuità col sindaco precedente Marco Baccini. Per la nomina del nuovo consiglio d’amministrazione c’è ancora un mesetto di tempo e in paese girano le voci più disparate su chi sarà confermato e chi no.
La vicenda nasce dall’ispezione effettuata nell’ottobre 2021 dall’Ispettorato del Lavoro di Forlì nella quale furono riscontrate infedeli registrazioni sul libretto unico del lavoro, presenza di lavoratori privi di contratto, violazioni delle norme relative al lavoro intermittente, dei contratti a tempo determinato, alla durata massima dell’orario di lavoro, alle disposizioni in materia di riposo giornaliero e al lavoro straordinario per gli anni 2020 e 2021. Nel settembre dell’anno scorso l’Ispettorato del lavoro notificò tre verbali di accertamento con sanzioni per un totale di oltre 227.000 euro, contestate agli amministratori in carica nei periodi considerati (Loris Corzani, Enrico Camillini e Alfredo Piccoli che ricopriva la carica di amministratore delegato). Nel mese successivo la società Terme Sant’Agnese ha provveduto a effettuare direttamente tre pagamenti per un importo totale di 19.400 euro.
La novità di cui si parla da qualche settimana è rappresentata da un grosso pacco di raccomandate (quasi una novantina) recapitate alcune settimane fa alla società Terme Sant’Agnese da parte dell’Ispettorato del Lavoro. Ogni missiva contiene i conteggi delle retribuzioni di ciascun dipendente a carico dei quali sono state rilevate le violazioni contestate; si parla di un totale vicino a 200.000 euro che la società dovrebbe versare ai diretti interessati come differenza tra la retribuzione dovuta e quella effettivamente pagata. La società ha tentato un approccio con l’Ispettorato del lavoro, ma senza gran fortuna. I singoli lavoratori sono in attesa di ricevere la specifica delle posizioni individuali, è prevedibile che accada all’inizio di settembre. Intanto la società avrebbe già contattato alcuni dipendenti per cercare un accordo bonario, non si sa con quali esiti.
Paolo Morelli