PAOLO MORELLI
Cronaca

‘Tulips’ in liquidazione. Dipendenti ridotti da 80 a 20

Il supermercato online prosegue l’attività sotto la guida del commercialista. Massimiliano Graffiedi. Assemblea dei creditori il 23 ottobre prossimo.

La sede cesenate di Tulips

La sede cesenate di Tulips

Sono oltre 320 i soci di Tulips, la società per azioni creata a fine 2016 da Enrico Martini e Mattia Mordenti, due giovani cesenati che avevano avuto l’idea di organizzarsi per recapitare la spesa a domicilio. Un’idea semplice ma efficace: si ordina online o per telefono e poche ore dopo la spesa viene consegnata. I proventi sono di due tipi: se l’importo totale della spesa è elevato, l’azienda si accontenta della percentuale riconosciuta dal produttore o commerciante presso il quale ha acquistato la merce, se l’importo è modesto il cliente paga un sovrapprezzo. Martini e Mordenti, che allora avevano 25 anni ed erano freschi di laurea partono con 2.000 euro, ma in breve tempo raccolgono oltre 300.000 euro di capitali. L’obiettivo è chiaro: penetrare a fondo il mercato locale, espandere il territorio e raggiungere il break even, poi vendere a un fondo o a un colosso della grande distribuzione.

Gli anni del Covid sono una manna: la gente scopre il piacere di cucinare in casa e il numero delle consegne a domicilio cresce. L’espansione attraverso l’acquisizione di aziende del settore gonfia i ricavi, ma ancora di più le spese, e i bilanci ne risentono: nel 2019 fatturato 721.000 euro, perdita 83.000 euro; nel 2020 fatturato 2,7 milioni, perdita 358.000 euro; nel 2021 fatturato 5 milioni, perdita 1,45 milioni; nel 2022 fatturato 5,7 milioni, perdita 3,7 milioni; nel 2023 c’è il tracollo, il fatturato raggiunge 6,6 milioni, la perdita 4,1 milioni. Fino ad allora le perdite sono state coperte con l’apporto di nuovi capitali, ma molti investitori non rispondono più come l’imprenditore della metalmeccanica Gianluca Marchetti di San Giovanni in Marignano che al 2 luglio 2024 risultava il maggiore azionista con un quarto del capitale sociale, davanti ai fondatori Martini e Mordenti, la Newgen Investment srl di Bologna, la SFH spa di Sassuolo che fa capo a Franco Stefani, PLT Holding della famiglia Tortora che aveva sottoscritto prevalentemente obbligazioni convertibili e Iniziative Industriali srl che fa capo a Maurizio Bertozzi. Neppure Gianluca Ruffilli, che figura fra i soci e ha coinvolto numerosi investitori attraverso il suo studio Adma e Partners, è riuscito a mettere insieme i 25 milioni di euro che Martini riteneva necessari per fare la svolta e distribuire utili agli azionisti.

Così il 30 maggio scorso il tribunale di Forli ha messo Tulips in liquidazione giudiziale, una procedura analoga al fallimento, ma con continuità aziendale. Spetta al commercialista c Massimiliano Graffiedi il compito di salvare l’azienda per rimborsare, per quanto possibile, i creditori che avranno tempo fino al 23 settembre per certificare i loro crediti iscrivendosi nello stato passivo e partecipare all’assemblea dei creditori del 23 ottobre prossimo. Intanto, per ridurre i costi, c’è stata una forte riduzione del numero dei dipendenti che dai circa 80 di un anno fa sono stati ridotti a una ventina.