"Un alleato hi-tech contro i tumori"

Il dottore cesenate Piero Candoli da pochi giorni può contare su un sofisticato aiuto tecnologico

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di Elide Giordani

Una visione sofisticata che rivela la complessità del corpo umano laddove è più profonda e nascosta. Proprio lì dove, nella sua comparsa precoce, si annida il nemico. Uno di quelli più subdoli, che dà segni della sua presenza quasi sempre quando è tardi: il tumore del polmone, che colpisce ogni anni in Italia 41mila persone di cui 3mila nella nostra regione. Da qualche tempo sul fronte della battaglia che impiega le armi dell’intelligenza artificiale c’è un medico cesenate, il dottor Piero Candoli, direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia Interventistica dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Da pochi giorni nel suo reparto, primo in Europa, è sceso in campo il Body Vision Lung System che attraverso Tac e figurazioni della radiologia fluoroscopia ricostruisce un’immagine tridimensionale della realtà inchiodando anche i più piccoli noduli polmonari periferici.

Dottor Candoli come interviene, questa tecnologia, nella diagnostica del tumore polmonare?

"Abbiamo la possibilità di diagnosticare affezioni polmonari molto periferiche, ben oltre l’abituale visualizzazione endoscopica. La macchina, sulla base della Tac del paziente, indica le vie da percorrere per arrivare il più vicino possibile alla lesione polmonare situata anche molto lontano dalle vie aeree che possiamo percorrere con gli strumenti tradizionali".

Incide anche sulle cure?

"Consente interventi precoci. Purtroppo questo tipo di tumore emerge spesso da diagnosi occasionali poiché le lesioni possono decorrere in modo asintomatico per diverso tempo. Oltre il 60 per cento dei pazienti che si presenta non ha possibilità di intervento chirurgico perché il male è già ad uno stadio avanzato".

Sarebbe utile uno screening del tumore polmonare?

"Non c’è ancora ma esiste un protocollo. Dovrebbe dimostrare di avere efficacia nel ridurre la mortalità. Capita che si trovino dei noduli sospetti, anche di piccole dimensioni, facendo Tac per altri obiettivi. Dunque, sempre più si va incontro ad indagini di questo tipo".

Come mai in Europa c’è soltanto il Sant’Orsola che impiega questa diagnostica?

"Perche ci vuole chi vede lontano. Il rapporto tra il costo, piuttosto elevato, e la sua efficacia deve essere comprovato".

Chi detiene questa tecnologia?

"Un’azienda statunitense con progettisti israeliani che ha, però, anche un marchio europeo". Da quanto tempo la impiega nel suo reparto?

"La sto utilizzando con regolarità e ottimi risultati da circa 20 giorni. Il futuro della medicina è nell’intelligenza artificiale e nella robotica. Con il robot ad esempio, è possibile effettuare una broncoscopia senza broncoscopio ma manovrando un catetere attraverso una consolle in cui l’operatore lavora dall’esterno, non direttamente sul paziente".

Queste tecniche comportano addestramenti complessi per gli operatori?

"Ci sono manovre tecniche che vanno acquisite ma la programmazione dell’esame è molto semplice. Le prime indagini sono un po’ più lente ma poi si velocizzano".

I pazienti romagnoli e cesenati hanno la possibilità di sfruttare questa tecnologia?

"Ovviamente. Tutto viene gestito nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale. Peraltro si tratta di esami eseguiti in day hospital. Io, comunque, tengo a ribadire che sono cesenate e che a Cesena continuo ad abitare".